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RCS MEDIA, AL VIA LE GRANDI MANOVRE

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Fino a qualche settimana fa i vertici del gruppo Rcs MediaGroup giuravano che non ci sarebbero stati traumi di alcun tipo, che le voci di dimissioni di alcuni esponenti della direzione erano campate in aria. Oggi la notizia è ufficiale: il direttore generale del colosso editoriale controllato da Fiat, Mediobanca e Gemina, Gaetano Mele, ha rassegnato le proprie dimissioni.

Il manager del gruppo editoriale, cooptato a suo tempo da Cesare Romiti, ha lasciato anche la delicata carica di amministratore delegato della Rcs Quotidiani, presieduta dallo stesso Cesare Romiti. Resta invece al suo posto l’altro amministratore delegato, Gianni Vallardi, che affiancava Mele nella direzione aziendale.

E’ stato lo stesso Mele a farsi gli elogi: «Dopo avere partecipato nel 1996 in qualità di direttore generale della Quotidiani al rilancio del gruppo Rcs, seguito alla grave crisi del 1995 – ha detto il direttore uscente – e dopo avere consolidato, in qualità di direttore generale del gruppo, a partire dal 2001, i positivi risultati raggiunti nonostante la difficilissima congiuntura di mercato, considero pienamente realizzata la mia missione e desidero ora affrontare nuove sfide professionali».

A parte i ringraziamenti di rito e il consueto «rammarico per l’addio del manager», l’uscita di Mele, secondo le indiscrezioni che circolano negli ambienti editoriali milanesi, sarebbe il primo passo di uno snellimento dei vertici, (Mele non sarà sostituito), e l’inizio delle grandi manovre all’interno di un gruppo che non vive un momento d’oro soprattutto per le condizioni di salute dei suoi principali azionisti tra cui la Fiat, non ancora uscita dal tunnel della crisi, e Gemina, attanagliata dal brutto andamento degli Aeroporti di Roma.

All’interno del gruppo c’è chi sostiene che l’uscita di Mele dovrebbe segnare una svolta, la fine di un epoca contrassegnata dalla inadeguatezza a combattere la concorrenza del gruppo Espresso con armi idonee, l’inizio di una politica più aggressiva e meno codina nei confronti del principale competitor, la Repubblica, sul terreno della promozione.

Ma a parte i discorsi di carattere aziendale ancora una volta tutti guardano a cosa succederà al Corriere della Sera e nei suoi assetti proprietari. Fino ad ora Stefano Folli ha garantito una navigazione equilibrata ma si dice che la sua trascuratezza per l’economia indichi un allontanamento del giornale dalla comunità degli affari, suo zoccolo duro tradizionale. E’ per questo che Folli potrebbe ben presto essere affiancato da un vice direttore «forte», un numero due proveniente dall’economia con alle spalle un gruppo industriale importante.

L’identikit è quello di Antonio Calabrò, attuale direttore dell’agenzia di stampa Apcom, (ex apbiscom), controllata da Telecom Italia, considerato a ragione uomo di fiducia di Marco Tronchetti Provera. Antonio Calabrò non è l’unico candidato alla vicedirezione del Corsera: si fanno i nomi di Gianni Gambarotta, attuale direttore del Mondo, Edoardo De Biasi, uno dei 5 vice direttori del Sole 24 ore, Claudio Lindner, inviato dello stesso Corriere della Sera, ma il peso della vice direzione di Calabrò sarebbe ben diverso da quello degli altri candidati.

La sua vice direzione porterebbe con sè tutto il peso che oggi ha Telecom nell’industria italiana; non dunque un semplice ruolo funzionale ma, da un certo punto di vista, la modifica di fatto degli assetti interni al gruppo Rcs Media group con tutto quello che comporterebbe. Tronchetti Provera, infatti, non è un imprenditore qualsiasi; qualcuno lo ha definito il giano bifronte dell’imprenditoria italiana, il punto di raccordo tra la comunità degli affari e il governo Berlusconi, avendo Tronchetti Provera buoni rapporti sia con il premier, sia con quella parte della Confindustria non allineata con Antonio D’Amato.

Le grandi manovre, comunque, si giocheranno ancora una volta in via Solferino, essendo il Corsera l’anima editoriale e la vera fonte di introiti del gruppo Rcs MediaGroup.

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