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(WSI) – Forse è partito il grande assalto finale alla Rcs-Corriere della Sera. Almeno questa è la sensazione che si è sparsa negli ambienti finanziari milanesi ieri pomeriggio. L´assalto prevede varie mosse. Le più importanti sono il lancio di un´Opa (senza la quale è inutile accumulare pacchi e pacchettini di azioni, visto che il sindacato di controllo ha in mano quasi il 60 per cento del capitale) e il successivo frazionamento (con vendita) della società in vari pezzi.
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Secondo questo schema, i libri della Flammarion e la raccolta pubblicitaria all´estero verrebbero ceduti ad altri soggetti. Il frazionamento si rende necessario per rientrare un po´ dalle spese che, forse, verranno sostenute per il lancio dell´Opa (che a questo punto va fatta a prezzi molto elevati rispetto a quello che vale la società).
Il particolare interessante è che a lanciare l´Opa, se mai si farà, non sarà il solo Stefano Ricucci (che fino a oggi ha accumulato più del 20 per cento della società milanese), ma con lui anche un gruppo internazionale.
A questo sta lavorando, per sua stesa ammissione, Ubaldo Livolsi, amico personale di Silvio Berlusconi, membro del consiglio di amministrazione di Fininvest e, secondo alcuni, gestore della finanza personale del premier e di sua moglie Veronica. Livolsi, che ha una sua merchant bank, è anche uno degli uomini che anni fa, quando Berlusconi era fortemente indebitato, lo ha convinto a raggruppare le televisioni del Biscione in Mediaset e poi a quotare la società.
È uno, insomma, che difficilmente può essersi messo a organizzare (come lui stesso ammette) un tentativo di scalata «internazionale» alla Rcs senza averne prima parlato con il premier. Non è uno sprovveduto e quindi sa certamente che la questione ha anche un suo aspetto politico molto rilevante. Impossibile che abbia deciso tutto da solo.
La sensazione che circola negli ambienti finanziari milanesi, davanti a queste notizie, è che Stefano Ricucci, non riuscendo più ad andare né avanti né indietro nell´affaire Rcs, e trovandosi con la Popolare di Lodi e Fiorani impossibilitati (probabilmente per sempre) a dargli una mano, sia ricorso a Livolsi, con il quale peraltro era in contatto da tempo e che deve aver dato qualche “via libera” sin da quando la scalata dell´immobiliarista romano è partita.
Livolsi, per quel che se ne sa fino a oggi, ha messo in piedi un piano ben congegnato, come si diceva all´inizio: lancio di un´Opa, frazionamento della società e, soprattutto, ricerca di un socio editoriale straniero forte.
Sul primo punto (il lancio dell´Opa) è lui stesso però a dire che, senza “tradimenti” importanti all´interno della compagine del sindacato di controllo, non c´è niente da fare. E questo lo si può capire: il “patto” attuale della Rcs controlla circa il 60 per cento e un´Opa, per poter passare, deve poter contare sullo spostamento almeno di un 12-15 per cento di quel 60 per cento. Altrimenti l´Opa è bruciata in partenza.
Su questo punto circolano tante voci, ma di preciso non si sa ancora nulla. Probabilmente perché l´Opa non è ancora stata annunciata (se mai lo sarà) e quindi nessuno si vuole esporre in assenza di un´offerta precisa. Ma non si può nemmeno escludere che, a offerta eventualmente presentata, il “patto” non riveli traditori. In questo caso l´Opa cadrebbe ancora prima di partire.
Negli ambienti finanziari milanesi si sostiene di sapere anche un po´ di più. Il gruppo internazionale per ora in pole position sull´agenda di Livolsi sarebbe il gruppo spagnolo Vocento, un gruppo che possiede in Spagna un solo giornale nazionale (Abc) e alcuni quotidiani locali. Nell´insieme Vocento fattura poco più di 700 milioni di euro. La Rizzoli fattura circa tre volte tanto. E già questo fa sorgere i primi dubbi, probabilmente superabili (se c´è davvero la volontà di scalare Rcs) con l´aiuto delle banche.
Ma la cosa interessante, a questo punto e in attesa di vedere se l´Opa arriva o no, è la coloritura politica di Vocento, decisamente di destra e vicina all´ex premier Aznar. E anche il fatto che il gruppo Vocento è il secondo azionista (dopo Mediaset) della tv spagnola Telecinco. Il gruppo Vocento, si dice, sarebbe soprattutto interessato al quotidiano spagnolo El Mundo (controllato oggi da Rcs). E si lascia intendere che poi potrebbe lasciare il resto a altri (insomma a Livolsi che poi penserà a piazzarlo).
Se queste notizie saranno confermate, però, per il premier Berlusconi si pone un problema politico di enorme spessore. Il suo braccio destro finanziario (Livolsi) sta organizzando, per sua stessa ammissione, la “vera” scalata (quella dura, con i soldi) alla Rcs e il soggetto a cui intende appoggiarsi è il socio più importante dello stesso Berlusconi in Spagna (e molto di destra). Difficile dire «Non ne sapevo niente», se arriveranno conferme.
Il sospetto che ci sia voglia di spartire (a destra) El Mundo e il Corriere della Sera viene spontaneo. A quelli di Vocento lo spagnolo El Mundo e agli amici di Berlusconi il quotidiano di via Solferino. Un´enormità mediatica da far rizzare i capelli in testa a due paesi.
Nessuno sa, oggi, se il piano Livolsi andrà avanti (ma lui ci sta lavorando con grandissimo impegno), e se nel “patto” Rcs ci saranno i famosi “traditori” su cui ruota tutto il piano. Si vedrà. In compenso il nostro premier risulta già coinvolto più di quanto sarebbe giusto e corretto.
Soprattutto se si ricorda che ancora pochissimo tempo fa ha smentito di avere a che fare con questa storia. Storia che invece vede coinvolto il suo braccio destro finanziario e il suo socio spagnolo.
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