Nonostante gli indicatori macroeconomici siano risultati imperfetti, il mercato a stelle e strisce rimane in buon rialzo, con gli indici che mettono a segno aumenti superiori al 2%. Il Dow Jones avanza del 2.19% a quota 10192, il Nasdaq del 2.78% a 2256 punti, mentre l’S&P 500 del 2.44% a 1094.
Il tono positivo fa eco ai balzi visti nelle Borse europee dopo che la Cina ha smentito di volersi liberare di eurobond. Il voto di confidenza di Pechino ha aiutato anche l’euro, che ha risalito la china dopo essersi avvicinato ieri ai minimi di quattro anni sul dollaro. Ieri il Dow aveva chiuso sotto quota 10000 per la prima volta da febbraio.
Ma oggi la negativita’ e’ dimenticata, grazie alle rassicurazioni che sono arrivate da Pechino: nel rispondere alle indiscrezioni che sono state riportate dal Financial Times, e che hanno messo sotto pressione nel finale Wall Street , Pechino ha precisato infatti che non modificherà il proprio portafoglio per quanto riguarda i titoli di Stato europei, nè tantomeno si disferà delle riserve valutarie in euro.
Il sentiment positivo e’ sulla falsa riga di quanto sta avvenendo nelle piazze del Vecchio Continente, all’indomani di una seduta che a Wall Street e’ stata compromessa dalle vendite improvvise sul finale. Ad appesantire i listini erano state le voci della vendita di eurobond da parte della Cina. Pronta e’ arrivata la smentita dell’agenzia di Pechino che gestisce le riserve monetarie del Paese, che ha definito i rumour privi di fondamento.
Le parole rassicuranti hanno avuto un effetto placebo anche sull’l’euro, che recupera sui mercati valutari, ma non prima di aver sfiorato nuovamente i minimi degli ultimi quattro anni, durante le contrattazioni di questa notte in Asia.
Nel frattempo in un’intervista a Bloomberg Barton Biggs, gestore dell’hedge fund newyorchese Traxis Partners LP, ha detto di ritenere che i mercati azionari Usa si trovano al momento in una condizione di ipervenduto: per questo motivo, a suo avviso, è possibile aspettarsi un rally nell’arco dei prossimi giorni.
Le autorità cinesi, insomma, hanno smentito i vari rumors che stavano insistentemente circolando in questi ultimi giorni. Secondo il quotidiano londinese Financial Times, lo State Administration of Foreign Exchange, istituto che gestisce le riserve in valuta del paese, avrebbe infatti espresso timori circa la propria esposizione sui titoli di stato dei paesi europei più a rischio default come Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, i cosiddetti PIIGS.
Il colosso asiatico, ha scritto il Financial Times, starebbe considerando l’eventualità di cominciare a vendere sul mercato parte di tali bond, che secondo i rumors che hanno iniziato immediatamente a circolare ammonterebbero a circa 630 mld di dollari. Ma la smentita è giunta direttamente dalla Banca Centrale cinese, che in una nota ha liquidato tutti i rumors affermando che la Cina ha sempre sostenuto il processo di integrazione europea approvando le misure per salvaguardare la stabilità finanziaria varate da Ue e Fondo Monetario Internazionale.
Nella nota si legge inoltre che il governo ha fiducia nella capacità della Zona Euro di superare l’attuale momento di difficoltà. L’Istituto Centrale ha poi precisato che continuerà ad investire e diversificare il proprio portafoglio, anche per quanto riguarda le riserve valutarie definite “uno dei mercati di investimento più importante.
Gli indici Usa hanno continuato a scambiare in ottimo rialzo anche dopo la pubblicazione degli ultimi dati macro. Il PIL del primo trimestre e’ cresciuto del 3% nel primo trimestre, secondo i dati rivisti. Si tratta di una cifra inferiore all’incremento del 3.2% riportato in precedenza. E’ anche sotto la crescita del 3.3% che si aspettavano gli economisti.
Nel frattempo le richieste di sussidio di disoccupazione settimanali sono scese di 14 mila unita’ a 460.000, ma il dato risulta leggermente piu’ alto di quello atteso in media dagli analisti, che scommettevano su un risultato di 455.000. Le richieste continuative sono scese da 4.66 milioni a 4.61 milioni, sostanzialmente in linea con le stime.
Sia i mercati azionari che l’euro, tirano dunque un sospiro di sollievo e al momento brindano alle rassicurazioni cinesi. Certo il quadro rimane preoccupante, se si guarda per esempio alle indicazioni che arrivano dai mercati dei bond: il prezzo titolo di Stato Usa a 30 anni si trova infatti a soli 3 punti base dal toccare livelli record mentre il rendimento sul Treasury a cinque anni e’ a quota 1.94% dopo aver raggiunto la punta di 2.60% in aprile. E la situazione è tale che Jeremy Grantham, noto gestore, ieri a New York in una riunione riservata di manager di hedge funds ha definito i bond Usa “grottescamente sopravvalutati”.
Per non parlare poi delle vendite di titoli obbligazionari societari, che sono destinate a registrare il peggiore mese degli ultimi 10 anni, mentre i rendimenti relativi stanno crescendo ad un ritmo che non si vedeva dai tempi del crash di Lehman Brothers. Ma la smentita cinese riesce almeno a smorzare l’effetto negativo della continua carrellata di notizie no.
Sul fronte dei conti societari, l’operatore di grandi magazzini Costco Wholesale ha riportato un balzo dei profitti del 46% nel terzo trimestre fiscale. I 68 cents per azione sono superiori ai 66 stimati dagli analisti. I titoli accelerano di quasi il 3%.
Notizie societarie positive anche per l’azienda del lusso Tiffany, che ha registrato profitti piu’ che raddoppiati rispetto all’anno scorso. La societa’ ha inoltre rivisto al rialzo l’outlook, notizia che ha spinto al rialzo di oltre il 3% i titoli.
Si riscatta Microsoft il giorno dopo aver saputo di aver peso il posto di societa’ a maggiore capitalizzazione nel comparto tecnologico a discapito di Apple. Microsoft guadagna quasi il 3%. BP da parte sua accelera del 6% dopo i
commenti positivi degli analisti, secondo cui per quanto riguarda l’impatto del disastro della marea nera sono piu’ le potenzialita’ al rialzo che i rischi al ribasso.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio riprendono quota. I futures con consegna luglio segnano un +$1.34 attestandosi a quota $72.85 al barile (+1.87%). Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2213 (+0.21%). L’oro ha segnato un -$0.60 attestandosi a $1214.70. Quanto ai Treasury, il rendimento sul benchmark decennale si trova al 3.300% dal 3.218% di ieri.