Roma – Augusto Minzolini, è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulle spese sostenute dal direttore del Tg1 con la carta di credito affidata al giornalista dalla Rai. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di peculato. Secondo quanto si è appreso la formalizzazione dell’accusa è un “atto dovuto”, alla luce di alcuni accertamenti che sono stati svolti, dei documenti che sono stati acquisiti dagli investigatori della Guardia di Finanza e gli atti relativi a una indagine interna svolta dall’azienda di viale Mazzini. Proprio gli uomini delle Fiamme gialle a breve porranno all’attenzione del procuratore aggiunto Alberto Caperna la relazione conclusiva rispetto alle deleghe investigative che erano state date dall’autorità giudiziaria. Gli accertamenti, a piazzale Clodio, sono stati avviati sulla base di un esposto presentato da una associazione di consumatori.
Un mese fa, la Corte dei Conti aveva aperto un’istruttoria 1 sui rimborsi spese del direttore del Tg1. Minzolini aveva sottolineato come si trattasse, anche in quell’occasione, di un “atto dovuto” della Corte, “probabilmente sollecitata” da un esposto del consigliere Rizzo Nervo su “fatti inconsistenti”. Rizzo Nervo aveva smentito l’esposto, ma da lui era partita, lo scorso 7 dicembre, una lettera indirizzata al direttore generale Mauro Masi in cui si chiedevano chiarimenti sulle spese rimborsate a Minzolini, mentre l’Usigrai chiedeva l’intervento della magistratura 2.
Il direttore generale aveva “assolto” Minzolini 3in una lettera di risposta a Rizzo Nervo, in cui giudicava le spese per 86.680 euro, addebitate nel periodo agosto 2009-settembre 2010 sulla carta di credito della Rai in uso al direttore del Tg1, “una sorta di benefit compensativo” e affermando di ritenere chiuso il caso. Ma proprio la lettera di Masi aveva aperto nuovi interrogativi. Il dg, infatti, era sceso in dettagli svelando particolari del contratto di Minzolini e delle sue trasferte. Dettagli che, secondo Rizzo Nervo, configurerebbero l’ipotesi di reati fiscali, come aveva scritto nella lettera spedita a inizioi febbraio al presidente Paolo Garimberti per discutere il caso Minzolini in Cda.
La Direzione generale aveva avviato approfondimenti e in Cda aveva indicato che tutto quanto si doveva fare era stato fatto. In Cda Rai, la vicenda era stata seguita anche da Luciano Calamaro, delegato della Corte dei conti incaricato di controllare la gestione finanziaria dell’azienda.
Copyright © La Repubblica. All rights reserved