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RADDOPPIANO GLI INVESTITORI ONLINE

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Il numero di investitori che negli Stati Uniti usano l’internet per comprare o vendere azioni e’ quasi raddoppiato nel 1999 al 18% rispetto al 1998, secondo un sondaggio della Securities Industry Association. Il fatto nuovo – e certo verra’ notato nella Wall Street tradizionale – e’ che secondo questa ricerca il 45% degli investitori online in realta’ utilizza un broker classico cosidetto ”full service”. Lo studio e’ stato curato da Yankelovich Partners dal 25 agosto al 10 ottobre.

I broker tradizionali come Merrill Lynch (MER) e PaineWebber (PWJ) hanno cominciato a offrire alternative di investimento online agli inizi di quest’anno. I protagonisti del settore, tra cui E-Trade (EGRP) e Ameritrade (AMTD), secondo le proiezioni dovrebbero spendere ben oltre il miliardo di dollari in pubblicita’ il prossimo anno, per agganciare nuovi clienti. La stima media di marketing per ciascun conto e’ attualmente di 250 dollari. Tale cifra e’ destinata a salire l’anno prossimo, quando alcune delle societa’ finanziarie classiche, e altre che non fanno nemmeno parte del mondo finanziario, metteranno in pista i loro progetti, una volta passato l’ostacolo (reale o virtuale) dell’anno 2000.

Giudicando dal sondaggio Sia, l’investimento online e’ destinato a crescere in modo sostanziale l’anno prossimo. ”Il 48% degli investitori prevede di usare l’internet piu’ spesso per comprare o vendere azioni, nei prossimi 12 mesi”’, si legge nello studio. I sorprendenti risultati – resi pubblici in apertura del meeting annuale della Sia che si e’ tenuto giovedi’ 4 novembre a Boca Raton, in Florida – non sono condivisi in realta’ da tutti nell’intero settore. James Punishill della Forrester Research per esempio si tiene molto piu’ basso, stimando che circa il 10% di coloro che hanno un conto con un broker tradizionale, cioe’ circa 3,1 milioni di famiglie americane, avra’ un conto online entro la fine dell’anno; e’ comunque un netto rialzo rispetto ai 2,2 milioni della’nno scorso.

Un altro capitolo interessante e’ quello delle ore di trading nel dopo-borsa. La Sia ha scoperto che circa il 37 % degli investitori sostiene che l’estensione dell’orario anche a borsa chiusa ”sarebbe un beneficio”. Il 57%, tuttavia, dice chiaramente che i vantaggi sarebbero nulla (mentre il 6% non ha un’idea precisa in merito).