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QUESTA MANOVRA E’ PROPRIO UN BEL FALSO IN BILANCIO

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(WSI) –
La finanziaria Prodi-Padoa-Schioppa è un vero e proprio “falso in comunicazione sociale” e “falso in bilancio pubblico”. È falsa comunicazione sociale quando si dice che questa manovra, con un ritornello ripetuto mille volte da governo e maggioranza, mira a ottenere «risanamento finanziario, equità sociale e sviluppo economico».

La verità, sfido chiunque a fornire altre controprove, è che questa manovra ammazza la ripresa dell’economia e taglia il tasso di crescita per il 2007 e negli anni successivi di circa un punto di Pil. A sua volta, questo freno sulla crescita alimenta “automaticamente” un maggior deficit pubblico che, sommato al falso in bilancio dei 6 miliardi di Tfr, lo porterebbero a sfiorare il 4% del Pil mettendo a serio rischio la possibilità di raggiungere il 3% concordato con l’Europa.

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Infine e per di più, l’operazione di rimanipolazione fiscale, attraverso mille rivoli e attraverso una riforma Irpef (complicata ed incomprensibile dai più) lascia l’Italia con un sistema fiscale più regressivo e non più progressivo. Cioè pagheranno proporzionalmente di più i redditi medio bassi e di meno i redditi alti. Basti pensare che a fronte dei pochi spiccioli di sgravi concessi a chi sta tra 1000 e 1500 euro netti al mese ci sarà sicuramente un aumento dell’Ici, delle addizionali locali e di ticket, tutte tasse che gravano di più sui redditi medio bassi. Inoltre tutta l’operazione ideologica di lotta all’evasione, attraverso la vessazione dei cittadini e la criminalizzazione di intere categorie, determina automaticamente la più grande e la più imponente operazione di “incentivo” all’evasione fiscale mai attuata in Italia. Altro che lotta all’evasione!

Un obiettivo irraggiungibile

E se caso mai dovessero essere rispettati gli obiettivi di deficit pubblico per il 2007, allora vuol dire che bisogna svelare sin da ora un arcano. Il Governo ha infatti scritto che farà 8 miliardi di entrate con la sua lotta all’evasione. Ma tutti sanno perfettamente che è un obiettivo irraggiungibile in un anno. Ma oltre a questo il governo sa anche, perché il dato è dentro i suoi cassetti, che quei 38 miliardi di entrate in più del 2006 le ha “riportate” nel 2007 solo per 5 miliardi. Il governo si è rifiutato di fare una doverosa nota di aggiustamento nel bilancio di Previsione dello Stato per il 2007 per tenere conto dell’enorme gettito in più del 2006. Questo è un primo consistente “falso in bilancio”… dello Stato.

È vero infatti che non c’è un obbligo giuridico per il governo a fare una nota di variazione del bilancio, ma poiché quel maggior gettito lo ha certificato lo stesso governo, c’è almeno un obbligo di verità economicofinanziaria e di etica-contabile. In ogni caso, questo dà al governo grasso nella dispensa. Infatti, nel 2007 l’andamento del gettito sarà migliore dei numeri previsti dal governo. Ma potrà essere migliore del previsto solo perché quel gettito in più è già stato realizzato nel 2006 come effetto e merito del governo precedente. Ed allora Prodi, Padoa-Schioppa e Visco potranno avere gioco facile ad attribuire quel maggior gettito “all’immediato effetto” della loro lotta all’evasione. Questo è bene che i cittadini lo sappiano fin d’ora.

Si tratterà cioè di un altro caso di falsa comunicazione sociale, per altro già cominciata quando autorevoli membri del governo, mentre stanno forzando il Parlamento a varare aumenti di tasse per 35 miliardi, annunciano futuri tagli di tasse perché la lotta all’evasione sta già dando frutti cospicui. E per finire c’è un altro atto che configura un secondo “falso in bilancio pubblico”. È la decisione autoritaria di “spostare” dalle imprese all’Inps 6 miliardi di Tfr dei lavoratori.

A parte la illegittimità costituzionale e giuridica di costringere le imprese a cedere un loro debito all’Inps senza alcun assenso del titolare del credito che è il singolo lavoratore che detiene un diritto soggettivo, qui delle due l’una. Se i lavoratori opteranno per mettere il loro TFR nei fondi pensione, allora questi potranno cominciare a partire. Ma allora non ci sarà neanche un euro da trasferire all’INPS. Di conseguenza andrà automaticamente a zero il finanziamento delle infrastrutture alle quali dovrebbero essere destinati proprio quei 6 miliardi.

Appropriazione indebita

Se al contrario i lavoratori lasceranno inoptati presso le imprese i 6 miliardi, questi potranno d’imperio essere spostati all’INPS, ma ciò che si sposta è un debito delle imprese verso i lavoratori che diventa un debito dell’INPS sempre verso i lavoratori. A meno che qualcuno non abbia in mente fin d’ora una futura esplicita od implicita confisca di quei fondi. Ebbene, nonostante queste banali considerazioni il governo considera quei 6 miliardi come entrata e li porta a riduzione del deficit pubblico! Ecco perché questa operazione oltre a configurarsi verso i singoli lavoratori come una “appropriazione indebita”, si configura anche come un secondo falso in Bilancio… dello Stato.

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