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QUANTO INTERESSE SE L’EURIBOR FA LA DIFFERENZA

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Tra le novità proposte negli ultimi giorni ai risparmiatori ha destato particolare interesse, dati i volumi sul Mot di Borsa Italiana, una nuova obbligazione che in termini di rendimento si posiziona ben al di sopra della media del mercato. L’occasione che sin dalle prime ore di contrattazione di lunedì 18 gennaio in molti sono riusciti a cogliere è stata quella di riuscire ad accaparrarsi i primi due milioni di euro offerti dall’emittente al valore nominale, un prezzo ritenuto, a ragione, molto allettante in ottica di breve e medio termine. Ma perché tutto questo interesse attorno a quella che poteva essere solo una delle tante obbligazioni a tasso variabile che giungono sul mercato?

La nuova obbligazione ha il nome commerciale Royal 8% – euribor, è emessa da Abn Amro – RBS, e prevede una durata complessiva di 10 anni ( Isin NL0009289313). Come tutte le obbligazioni, alla scadenza dell’11 gennaio 2020 la nuova Royal rimborserà il nominale mentre il rendimento, ossia la molla che ha fatto scattare ai nastri di partenza coloro che hanno avuto modo di acquistarla sin dal primo giorno di negoziazioni ( si, perché va sottolineata l’inspiegabile inefficienza di alcuni broker che si verifica ogni qual volta entra in negoziazione su Borsa Italiana un nuovo prodotto e che impedisce agli investitori di negoziare il titolo per uno o più giorni ), verrà riconosciuto tramite l’erogazione di una cedola trimestrale indicizzata all’andamento dell’euribor a tre mesi.

Tuttavia, a differenza di ciò che accade con una classica obbligazione a tasso variabile, questa fixed reverse floater prevede un meccanismo di calcolo diametralmente opposto. Per fare un esempio, il rendimento offerto da un’obbligazione a tasso variabile con cedola trimestrale è normalmente rappresentato dall’euribor maggiorato di uno spread: pertanto supponendo il tasso di riferimento europeo allo 0,68% e uno spread dello 0,30%, il rendimento sarebbe dello 0,98% su base annua.

Invece, in questa nuova Royal, l’euribor a tre mesi rappresenta lo spread e va a diminuire una cedola fissa predeterminata pari all’8%. Quindi, facendo riferimento alla rilevazione dell’euribor a tre mesi del 7 gennaio scorso (la data della prima rilevazione utile per il calcolo del rendimento iniziale) a 0,692%, la cedola che verrà staccata l’11 aprile prossimo sarà calcolata ad un tasso di interesse pari al 7,308% annuo sul nominale.

Da qui si comprende il motivo per il quale in poche ore il prezzo è salito da 100 a 101,40 euro con volumi superiori ai cinquanta milioni di euro ( ora il market maker vende a 101 euro): grazie alla sua particolare indicizzazione il tasso di interesse offerto per il primo trimestre è pari al 7,308% sul nominale, e supera di gran lunga i rendimenti offerti dalle classiche obbligazioni a tasso variabile.

Come si sarà potuto capire, la nuova Royal 8% – euribor avrà un andamento sul mercato inversamente proporzionale alla crescita dei tassi di interesse ed è quindi particolarmente indicata per chi prevede che questi rimarranno a lungo bassi. Naturalmente, data la durata a 10 anni e l’andamento medio dell’euribor degli ultimi 10 anni, pari al 3,16%, qualora tassi ed inflazione dovessero andar su il rendimento non sarebbe più così eccezionale. Un’ultima annotazione riguarda il rischio emittente: il rating attuale di Abn Amro Bank N.V. è pari a “A+” per Standard&Poor’s e a “Aa2” per Moody’s ma va considerato che, a maggior garanzia, nell’azionariato del gruppo RBS, garante per le obbligazioni Abn Amro, è ancora presente al 70% il governo inglese.

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