(9Colonne) – Roma, 4 apr – Censis, Sunia e Cgil hanno realizzato un’indagine da cui risulta che sono quattro milioni e 180 mila le famiglie che vivono attualmente in affitto in Italia, pari al 18,7% delle famiglie (erano il 20,3% nel 2004). In Europa la percentuale di famiglie in locazione supera anche il 40% e quindi siamo agli ultimi posti. I prezzi di mercato degli affitti sono cresciuti negli ultimi anni in maniera considerevole nel nostro paese, in modo particolare nelle grandi aree urbane. Se si considera l’andamento dei valori negli anni successivi alla riforma degli affitti, quindi nel periodo 1999-2006, si è registrato un incremento del 112%. Un fenomeno generale che ha avuto le punte più alte nelle grandi città e in particolare nel centro Italia (per gli alti valori di Roma e Firenze), dove i canoni di mercato hanno continuato a salire in misura più rilevante anche negli ultimi quattro anni determinando un incremento complessivo del 128% nello stesso periodo. I prezzi di mercato in alcune grandi città italiane del centro nord risultano in linea o addirittura superiori a quelli di alcune città europee. Si paga in media 1.600,00 euro al mese per 100 mq nel centro di Roma e Milano, 2.200,00 a Parigi, 4.000,00 a Londra, e solo 900.00 euro a Berlino. L’indagine ha rilevato un valore medio nazionale, nel settore privato, pari a 440 euro mensili (una precedente indagine del Sunia del 2003 indicava un valore medio nazionale pari a 387 euro al mese). Si tratta di un valore medio nazionale dei canoni in essere (e non dei prezzi oggi sul mercato di chi ricerca un alloggio in affitto), rispetto al quale si registrano variazioni considerevoli sul territorio: nel settore privato i valori massimi sono nelle regioni del Centro (580 euro/mese), quelli più bassi al sud (376 euro/mese); nel nord-est il canone medio è pari 454 euro/mese, contro i 426 euro/mese del nord-ovest. Il disagio di vivere in affitto si misura anche in relazione al reddito delle famiglie: il 76,4% ricade nella fascia di reddito sotto i 20.000 euro, il 20% tra i 20.000 ed i 30.000 euro, e solo il 3,5% dichiara di avere un reddito familiare superiore ai 30.000 euro.
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