(Teleborsa) – I mercati sbandano e in molti gridano: “Era ora!….”. Quando le tensioni internazionali per la guerra valutaria, il riacutizzarsi della crisi Europea ed i timori di un rialzo dei tassi in Cina non bastano, allora si torna a guardare alla difficile situazione geopolitica in Asia. Così i mercati annaspano, sulla notizia che la Corea del Nord ha sferrato un nuovo attacco di artiglieria contro l’isola sudcoreana Yeonpyeong. E mentre la Corea è in fiamme, in Estremo Oriente esplodono le vendite sui mercati, contagiando anche la fragile Europa, che si trova ad affrontare gli strascichi di una crisi che ha messo in ginocchio l’economia e la politica. Il Governo irlandese, infatti, ha gettato la Spugna, replicando un film già visto ed annunciando nuove elezioni dopo l’approvazione della finanziaria. La Cina è ad un passo da un nuovo rialzo dei tassi di interesse, preannunciato dall’ennesimo aumento dei coefficienti di riserva obbligatoria delle banche, e certo non può far altro che dirsi “preoccupata” per l’accaduto. Pechino però ha ben altri problemi, assillata da un’inflazione galoppante e dalle continue pressioni internazionali per l’adozione di una politica dei cambi più “ragionevole”. Dopo il G20 di guerra valutaria non si parla più, anche se il vertice non ha trovato una soluzione concreta al problema. Ma le pressioni sul valutario si sono un po’ sgonfiate, con lo yen che ha fatto un passo indietro contro il dollaro ed il real brasiliano che ha ritracciato dai massimi. Per non parlare del povero Obama, che non riesce a porre rimedio alla fuga di cervelli dalla Casa Bianca. Stando alle ultime indiscrezioni rimbalzate dall’altra sponda dell’Oceano, il Presidente americano sarebbe stato abbandonato da altri due consiglieri economici, Diana Farrell e Michael Barr, che porterebbero a quattro gli abbandoni del team economico del Presidente Obama. Ora si torna a guardare al conflitto decennale fra le due Coree, i cui effetti, per il momento, si avvertono sulle borse mondiali. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso? Sono solo piccoli segnali, ma sono in molti ad attendere una necessaria correzione dei mercati, che restano aggrappati sui livello del settembre 2008, prima che il crack Lehman mettesse in crisi la finanza e l’economia globale.
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