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Pubblicità in caduta libera, ma la Rai rimane sprecona

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Un 2010 di ricchi premi e cotillon per i dirigenti della Sipra, la concessionaria pubblicitaria della Rai, per la quale si prospetta un 2011 in caduta libera. Secondo il Fatto Quotidiano se li sono auto-attribuiti i dirigenti della concessionaria, capitanati dall’amministratore delegato Aldo Reali.

Un piccolo cadeau di 600mila euro che l’ad ha destinato a se stesso e a una trentina di manager per festeggiare il risultato del 2010: un miliardo e 31 milioni di euro in cassa rispetto a un miliardo e 30 milioni di euro previsti.

Tutto bene allora? Sì, ma solo per la Sipra: anche se le previsioni per il 2010 sono state rispettate, il 2011 della Rai non promette niente di buono. Anzi, visto la piega che sta prendendo l’anno in corso, la scelta della concessionaria ispirata alla filosofia del «magnamo finché ce semo», sembra quanto mai inopportuna.

Proprio mentre la Rai scopriva il brindisi di gruppo della Sipra, l’azienda rivedeva al ribasso le stime del 2011 (67 milioni di euro in meno) e il dg Lorenza Lei sottolineava la necessità, sia per quest’anno sia per il prossimo, di rinunciare ai premi e alle gratifiche in busta paga. Una dieta drastica insomma, che mal si concilia con l’abbuffata di gratificazioni fatta dai dirigenti.

Pare che il direttore generale sia furibonda, non ancora in carica quando la Sipra decideva di dividersi il bottino, alla scoperta del premio si è parecchio irritata. E pare che adesso la concessionaria abbia avviato la procedura per restituire i soldi. Ma la nota inviata alla Rai per spiegare le ragioni del bonus la dice comunque lunga sull’ostinazione con cui la Sipra ha cercato di difendere fino all’ultimo un diritto che dava ormai per acquisito.

La giustificazione delle gratifiche, secondo il resoconto redatto dall’ufficio risorse umane, sta nel raggiungimento dell’obiettivo a cui «è stata correlata la parte variabile di retribuzione dell’amministratore delegato».

Il bonus previsto da Reali per se stesso – quello per trovare la motivazione necessaria a proseguire seriamente il suo lavoro – è di 150mila euro. Questione di meritocrazia. Come quella invocata dallo stesso Reali il 20 maggio 2011, quando faceva sapere con tono perentorio: «Il mancato raggiungimento della soglia di 1,046 miliardi di euro (per il 2011, ndr), comporterebbe il rilascio degli importi correlati alle politiche meritocratiche».

Anche se poi, più morbido, aggiungeva: «Pur se oggi l’obiettivo (degli 1.045 miliardi) non pare realizzabile, intendo confermare la proposta al consiglio di amministrazione». Alla Sipra insomma le diete non piacciono. Meglio lottare fino all’ultimo per avere il premio di risultato, anche senza il risultato.
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