Economia

Prudenza è la parola d’ordine a Wall Street

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(Teleborsa) – Finale sui livelli della vigilia per la borsa americana, in attesa dei dati definitivi sul mercato del lavoro in agenda venerdì. Nel frattempo notizie più o meno incoraggianti sono giunte dal settore servizi e dall’occupazione. In particolare a febbraio l’indice ISM non manifatturiero americano è salito a 53 punti dai 50,5 di gennaio e contro i 51 del consensus. Si tratta del livello più alto da gennaio 2008. Relativamente al mercato del lavoro, gli occupati ADP a febbraio hanno evidenziato un calo di 20.000 unità, più o meno in linea con le attese, segnando il venticinquesimo declino consecutivo. Secondo il rapporto Challenger Gray & Christmas, invece, le principali società statunitensi a febbraio hanno annunciato licenziamenti per circa 42.090 unità contro i 71.482 esuberi dello scorso mese (-41%) ed i 186.350 di febbraio 2009 (-77%). Si tratta del livello minimo dal 2006. Dal Beige Book della Fed, invece, è emerso che l’economia Usa continua a migliorare ad un passo moderato ma con un mercato del lavoro stagnante. Wall Street non è riuscita ad accodarsi ai finali positivi delle principali borse europee, nel giorno dell’annuncio del piano di austerità della Grecia da 4,8 miliardi di euro per ridurre il deficit. Il Dow Jones mostra in chiusura una limatura dello 0,09%, l’S&P500 un lieve incremento dello 0,04% mentre il Nasdaq risulta invariato. Molti i temi di M&A che hanno movimentato il mercato. Da segnalare il balzo di Novell sull’offerta da 1 miliardo di dollari da parte del fondo hedge Elliott & Associates. Traducendo gli azionisti Novell potranno avere 5,75 dollari per ogni titolo apportato all’offerta. Effervescente SouthWest Water al Nasdaq dopo l’offerta lanciata da un gruppo d’investimento guidato da J.P. Morgan Asset Management e Water Asset Management che valorizzerebbe il gruppo 275 milioni di dollari, o 11 dollari per azione. Indietreggia Pfizer, che secondo indiscrezioni starebbe valutando un’offerta da 3 miliardi di euro (4,1 miliardi di dollari) per il produttore di medicinali generici tedesco Ratiopharm, sul quale avrebbe messo gli occhi anche Teva Pharmaceutical.