Ancora una volta Wall Street riesce a dare prova di forza chiudendo sopra la parita’ e ben lontana dai minimi intraday visti nella prima ora di contrattazione.
Il Dow e’ salito dello 0,17% a 12.062,26 (+20,29 punti). Su dello 0,16% a 2.753,88 il Nasdaq (+4,32 punti). L’S&P 500 in rialzo dello 0,24% a 1.307,10 (+3,07 punti).
A livello settoriale nell’ordine la fotografia odierna: beni discrezionali (+1,2%), Telecom (+0,9%), risorse di base (+0,4%), utilities (+0,2%), energetici (+0,1%), Health Care (+0,1%), finanziari (+0,1%). Invariati industriali e tecnologici.
Ci e’ voluta un’intera seduta per far si’ che i trader tornassero, seppur timidamente, a puntare sui Buy nonostante i buoni motivi sul fronte macro non siano mancati (vedi sotto).
L’indecisione degli operatori resta legata da un lato alla congiuntura stessa degli Stati Uniti, dall’altra alle tensioni geopolitiche che dall’Egitto si stanno diffondendo anche a Gaza, Giordania e Yemen.
Sul primo fronte il numero uno della Fed Ben Bernanke in un discorso ha ribadito che nonostante segnali di miglioramento dell’economia gli aiuti da parte della banca centrale servono ancora: la disoccupazione americana e’ troppo alta e l’inflazione e’ troppo bassa. Qualcuno torna a interrogarsi se questo sia stato un messaggio implicito per il lancio futuro di un terzo round di allentamento monetario.
Per quanto riguarda le tensioni in Egitto, il mercato resta alla finestra. Oggi Fitch ha seguito l’esempio dei giorni scorsi di S&P e Moody’s tagliando il rating del Cairo. Il Fondo monetario internazionale ha detto di essere pronto ad assistere se necessario il paese ma non e’ chiaro quali siano finora le perdite sul piano economico legate alla situazione politica. L’azionario nell’aera del Golfo dovrebbe avere visto andare in fumo $50 miliardi. Prima della chiusura indefinita della borsa, in due giorni i listini egiziani avevano perso il 16%.
La crisi mediorientale e l’ipotetico effetto domino spinge qualcuno a credere che sia altamente probabile un nuovo “flash crash”. Sul floor a NY tutti ricordano il 6 maggio scorso, quando il Dow perse in pochi minuti mille punti per poi recuperarne in gran parte. “Abbiamo visto in quel giorno come l’istabilita’ delle economie europee abbia casuato nervosismo sui mercati e poi un algoritmo ha fatto qualcosa di inatteso causando un effetto a cascata su futures e azionario”, ha spiegato a Cnbc John Bates, chief technology officer di Progress Software. Alla borsa americana qualcuno sostiene che sia solo speculazione, altri dicono di “essere convinti che cio’ stia per accadere”, ha detto Kevin Ferry, presidente di Cronus Futures Management.
[ARTICLEIMAGE]L’aspetto interessante della seduta odierna arriva dalle materie prime. L’oro e’ stato protagonista di un poderoso rally: i futures con scadenza aprile hanno segnato un +1,6% (+$21) a $1.353 l’oncia.
Sui blog finanziari americani e’ rimbalzata la voce secondo cui il patto di pace tra Israele ed Egitto verrebbe meno se i Fratelli Musulmani riuscissero ad assumersi la guida del paese nelle mani di Mubarak da 30 anni. Se cosi’ fosse la politica estera degli Stati Uniti verrebbe completamente stravolta. Intanto gli investitori hanno puntato sul bene rifugio per eccellenza. Acquisti anche sull’argento (+1,8% a $28,72 all’oncia per il contratto a marzo).
Sul fronte petrolifero i futures con scadenza marzo del WTI hanno segnato un calo dello 0,4% a $90,54 il barile. Il Brent quotato a Londra ha lasciato sul terreno lo 0,6% a $101,77, confermando comunque il premio con cui viene scambiato rispetto all’equivalente americano (leggi qui i motivi).
Su quello valutario, l’euro ha lasciato sul terreno l’1,29% a $1,3633. La flessione e’ aumentata in contemporanea alle dichiarazioni del numero uno della Bce Trichet. I rischi inflativi – ha spiegato – restano bilanciati ma potrebbero aumentare. Alimentati cosi’ gli interrogativi su quando potrebbe esserci un rialzo del costo del denaro in Eurolandia, oggi confermato all’1%. Il presidente della Bce ha inoltre aggiunto che “alcuni mercati non funzionano normalmente. Questo spiega perche’, al momento, continuo a parlare di misure non convenzionali”.
Quanto al reddito fisso, il rendimento sul Treasury decennale ha chiuso al 3,5410% dal 3,489% di ieri. Si tratta dei massimi di maggio. Top di aprile per il rendimento del 30ennale al 4,661%. Oggi si e’ allargato il differenziale del rendimento tra il Bund tedesco a 10 anni e l’equivalente dei paesi periferici, Italia inclusa.
Di seguito il riassunto dei dati macro Usa, tutti sopra le attese: richieste settimanali per sussidi di disoccupazione calate di 42.000 unita’ a quota 415.000; produttivita’ preliminare del quarto trimestre 2010 su del 2,6%; ai massimi dell’agosto 2005 l’ISM non manifatturiero di gennaio; ordini alle fabbriche di dicembre a +0,2%.