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(WSI) – La longa manus della giustizia sta entrando, in maniera tentacolare, in casa dei protagonisti della finanza italiana: da Popolare di Lodi a Stefano Ricucci, fino a Bankitalia. Proprio così. Anche nelle sacre stanze di via Nazionale potrebbero arrivare gli avvisi di garanzia. L’ipotesi di reato, formulata dalla procura di Roma, è abuso in atti d’ufficio. Ma è ancora contro ignoti.
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Ieri è stato ascoltato dai pm capitolini Achille Toro e Perla Lori, Giovanni Castaldi, responsabile del servizio autorizzazioni di Palazzo Koch. Si completa così il numero delle persone sentite nell’ambito dell’indagine sui controlli che Banca d’Italia e Consob hanno esercitato nella vicenda legata alla scalata di Antonveneta da parte della Popolare di Lodi e a quella di Bnl da parte del Banco di Bilbao. Mercoledì era invece stato ascoltato Francesco Frasca, capo della Vigilanza di Bankitalia, l’area dove ieri sono stati sequestrati altri atti dalla Guardia di Finanza.
Nei prossimi giorni potrebbe infine essere sentito anche il Governatore Antonio Fazio. I pm della Capitale stanno passando al setaccio tutte le operazione fatte dalla Popolare Lodi dal 2003 a oggi. In particolare vogliono ricostrutire tutti gli scambi intervenuti tra Pop. Lodi e Antonveneta nell’ultimo anno e, soprattutto, negli ultimi sei mesi. Achille Toro acquisirà anche copia di tutti i ricorsi fatti al Tar da Abn Amro, dalla banca di Gianpiero Fiorani e dall’immobiliarista Danilo Coppola in merito alle operazioni fatte intorno alle banche oggetto di indagine. L’inchiesta sulla scalata ad Antonveneta torna a riscaldarsi anche a Milano.
Secondo il Financial Times, la procura del capoluogo lombardo sta pensando di congelare 550 milioni di euro che la Popolare di Lodi ha prestato ai clienti ( una quarantina), nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta manipolazione dei prezzi in Borsa nella battaglia per il controllo di Antonveneta. In particolare si punta al sequestro dei “capital gain” realizzati sulla compravendita di azioni. Il pm Eugenio Fusco potrebbe anche avviare le rogatorie internazionali, in particolare verso la Svizzera e il Lussemburgo. Il giudice vuole ricostruire i passaggi di denaro alla Bipielle Suisse Bank, l’istituto elvetico controllato dalla Pop. Lodi, partecipato da Fingruppo ( Emilio Gnutti) e dalla Popolare di Puglia e B a s i l i c at a .
Sempre in Svizzera, precisamente a Chiasso, sarebbe invece emersa la “palese prova dell’azione di concerto su Antonveneta da parte di Stefano Ricucci”. Come scrive il settimanale L’E s p re s s o la Guardia di Finanza avrebbe sequestrato “atti costitutivi di società offshore e contabili di banche estere su una Mercedes” con a bordo due collaboratori dell’immobiliarista romano. Il gruppo Magiste ha smentito la ricostruzione. Ma i documenti sequestrati, spiega una fonte all’agenzia Reuters , sono stati acquisiti dai pm.
E per la prossima settimana i giudici potrebbero dare il via agli interrogatori dei 23 indagati, tra cui Fiorani, Gnutti e lo stesso Ricucci, per verificare i primi riscontri evidenziati dal lavoro delle Fiamme gialle. Intanto L’Opa di Abn su Antonveneta va a rilento. Per questo la banca olandese ha deciso di rialzare il prezzo dell’offerta portandolo, come ha annunciato la tv satellitare Cfn/Cnbc, da 25 a 26,5 euro. La decisione sarebbe maturata dopo la missione italiana del numero uno di Abn Amro, Rijkman Groenink: il manager ha avuto giovedì, in una villa tra Padova e Venezia, una serie di incontri con imprenditori veneti. Oggi infine, su richiesta del collegio sindacale, dovrebbe riunirsi il vecchio cda, dopo che l’attuale board è stato sospeso dal giudice.
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