Società

Privilegi: la lista dei deputati con più di una poltrona

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ROMA (WSI) – In testa all’elenco ci sono sei eletti, quattro senatori e due deputati, in rappresentanza di quasi tutte le maggiori forze politiche presenti in Parlamento: Mario Mantovani (Pdl), Domenico De Siano (Pdl), Paolo Arrigoni (Lega), Federico Fornaro (Pd), Floriana Casellato (Pd) ed Ernesto Magorno (Pd). Sono i parlamentari che con ben quattro incarichi rappresentano la folta truppa di colleghi che spesso in barba alla Costituzione e alle leggi in vigore siedono a Montecitorio o Palazzo Madama pur collezionando una sfilza di altre cariche elettive.

E’ quello che risulta da una ricerca dell’Associazione Openpolis (realizzata con i dati disponibili venerdi 5 aprile presso l’Anagrafe degli amministratori locali e regionali del ministero degli Interni) che, sul tema, ha messo a punto una tabella spulciando i curriculum di tutti gli eletti.

In molti casi, magari per la complessità delle operazioni politiche legate all’accettazione delle dimissioni e quelle burocratiche connesse all’invio dei dati, l’anagrafe ministeriale non ha però registrato le dimissioni che i parlamentari hanno regolarmente presentato negli enti locali dove risultano eletti. Per questo il nostro database, sulla scorta degli aggiornamenti che riceviamo, risulta in continua evoluzione con la conseguente cancellazione di molti nomi dei plurincaricati inseriti nella versione originaria.

Ciononostante, dalle tabelle continua a spuntare una truppa numerosa e, a quanto sembra, attaccatissima alle poltrone che cumula, in alcuni casi trascurando il dettato costituzionale (articolo 122: «Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento o ad un altro Consiglio regionale o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento Europeo») e le norme fissate in un decreto del 2011 (divieto per i sindaci di città con popolazione superiore ai 20 mila abitanti).
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Un mezzo scandalo, insomma, anche se qualcuno comincia a mollare, come i presidente del Piemonte, Roberto Cota, e della Puglia, Nichi Vendola. Mentre fin troppi continuano a resistere.

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