Gli analisti prevedono un aumento dell’inflazione a novembre al 2,7% annuo.
La stima negativa giunge dopo il dato nazionale provvisorio reso noto oggi dall’Istat (+0,4% mensile e +2,6% annuo) a causa delle spinte del prezzo del petrolio e della debolezza dell’euro.
Un altro fattore incisivo è il recupero del potere di acquisto dei salari orari che sulla base della statistica di agosto sono cresciuti dell’1,8% a un tasso inferiore a quello dell’inflazione e che quindi hanno ancora margini di crescita.