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Prescrizione breve: è arrivato il giorno X, alta tensione nel rush finale

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Roma – E’ previsto stasera alle 20 il voto finale sulla prescrizione breve. Ieri giornata convulsa alla Camera, con l’ostruzionismo dell’opposizione, e i deputati del Pd che leggevano articoli della Costituzione. I lavori dell’Aula sono proseguiti fino alle 23.30. Polemiche per la decisione della vice presidente Rosy Bindi di concedere 15 secondi ciascuno a titolo personale ai deputati di opposizione, malgrado i tempi si fossero esauriti. Il ministro Alfano assicura: a rischio solo lo 0,2% dei processi penali.

L’esame del testo sulla prescrizione breve riprende alle 9:30. Nella serata di ieri sono stati votati solo due emendamenti, ne restano da esaminare ancora circa 180.

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RUSH FINALE, VOTO TRA POLEMICHE E OSTRUZIONISMO
di Anna Laura Bussa e Francesco Bongarrà

La norma sulla prescrizione breve non avrà un grande impatto sui processi in corso. Riguarderà solo lo 0,2 dei procedimenti penali. Cifra “irrisoria” se si pensa che ogni anno se ne prescrive normalmente il 5%. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano accetta di fare per la prima volta un bilancio di quelli che saranno gli effetti della norma che taglia i tempi di prescrizione per gli incensurati.

E pronta arriva la replica del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini: “Ma se questa norma è così inutile o utile solo a qualcuno perché allora tenete il Parlamento bloccato da settimane su questo?”. Anche nella seduta di oggi (ieri, ndr) a Montecitorio c’é tensione tra i poli per quella che l’opposizione continua a chiamare la norma “ad personam” per Berlusconi: quella che, secondo il leader dell’ Idv Antonio Di Pietro, “cancellerebbe il processo Mills”. E la situazione non sembra destinata a migliorare visto che per domani (oggi, ndr) è prevista la diretta Tv.

L’opposizione fa ostruzionismo. E nel Pd si ricorre anche alla Costituzione: ogni deputato ne legge un articolo per ricordare ai “colleghi della maggioranza che forse l’hanno dimenticata” quali sono i veri principi ispiratori e quale la ratio. Altri del centrosinistra attaccano a testa bassa l’intera politica giudiziaria del governo. La radicale Rita Bernardini parla dell’emergenza carceri cercando di interloquire con Alfano sull’istituto penitenziario di Messina. Prova a raccontare di un detenuto paralitico costretto a “trascinarsi per terra nella latrina lurida per arrivare al water”.

Ma il Guardasigilli non replica. Solo dopo prenderà la parola per dire che la norma interesserà un numero minimo di processi e per assicurare che non intaccherà affatto procedimenti come quello della tragedia di Viareggio il cui reato si prescriverà non prima del 2032. Se ne è parlato a lungo sui giornali, ricorda, ma non è vero.

Così come non è vero, prosegue, che inciderà sul processo per la ricostruzione de L’Aquila. La maggioranza, intanto, serra le fila, così come richiesto ieri con lettera dal capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, e si prepara al rush finale di domani (oggi, ndr). Ministri e sottosegretari sono al gran completo, mancano solo Bossi e Frattini, e pochissimi sono gli assenti tra Lega e Pdl. Anche nella seduta notturna.

La parola d’ordine tra i berlusconiani è non abbandonare mai l’Aula al momento del voto e non rispondere alle provocazioni. L’obiettivo ora è portare a casa il risultato: la norma sulla prescrizione breve deve essere approvata entro domani (oggi, ndr) alle 20. E fino ad allora tutto il resto è sospeso. La riunione dei capigruppo del Senato, ad esempio, non calendarizza l'”allunga processi”: il ddl che dà la possibilità alla difesa di chiamare a testimoniare tutte le persone che vuole cancellando il filtro della “prova superflua”.

Di quello, avvertono nel Pdl, se ne potrà parlare anche dopo Pasqua. Bisogna fare, si spiega, un passo alla volta. E il prossimo, alla Camera, sarà quello che riguarda la Comunitaria. Il provvedimento è stato rinviato in commissione solo per evitare che tornasse ad “intralciare” la ‘prescrizione breve’ nell’ordine dei lavori dell’Aula. Ma anche questo testo, assicurano nella Lega, verrà rimesso presto in calendario e la norma sulla responsabilità civile dei magistrati verrà in parte modificata (“limitandone in parte gli effetti”) ma resterà al suo posto. Nessuno, avvertono nel Pdl, ha intenzione di ritirarla.