Roma – Il prossimo shock petrolifero è vicinissimo. E’ quanto dicono i fondamentali dello stesso mercato: se si analizza infatti il rapporto tra l’offerta e la domanda di greggio e se si pone come assunto che le economie emergenti continueranno a crescere, il grande shock accadrà esattamente nel 2012.
Ora, nello spiegare il perchè di questa situazione, bisogna partire dall’outlook attuale che è stato formulato dall’EIA, ovvero dall’Energy Information Administration. L’EIA prevede di fatto che, nel corso del 2011, i consumi globali di petrolio saliranno di 1,7 milioni di barili al giorno; si tratta di una revisione del trend dei consumi rivista al rialzo di 0,3 milioni di barili al giorno rispetto all’outlook dello scorso mese, e spiegata con le attese di consumi più elevati di elettricità in Cina, Giappone e Medio Oriente.
Lo stesso rapporto parla dei consumi globali attesi per il 2012 e di un valore in aumento di 1,6 milioni di barili al giorno: le stime sono invariate rispetto all’Outlook precedente. L’EIA “prevede che il mercato farà affidamento sia sul ritiro delle scorte che sull’aumento della produzione da parte dei paesi Opec e non Opec, per soddisfare la maggiore domanda”.
Tuttavia, stando a David Cohen di Oilprices.com, sono proprio queste stime a rendere la situazione ben più complicata di quanto l’EIA vorrebbe lasciar intendere. Gli incrementi dei consumi – un aumento di 1,7 milioni di barili al giorno nel 2011 seguito da un rialzo di 1,6 milioni di barili al giorno nel 2012 – fanno pensare infatti proprio a uno shock della domanda, simile a quello che il mondo ha sperimentato negli anni 2006-2007.
La frase dell’EIA che desta sospetti è quella che parla di un calo delle scorte: questa situazione riflette esattamente quanto accaduto prima dello shock petrolifero del 2008. Di fatto, se si prevede che la nuova domanda sarà soddisfatta attingendo alle scorte globali, si riconosce di fatto che l’offerta non sarà in grado di soddisfare le richieste.
E non si pensi che il mondo sia riuscito a sostituire la produzione petrolifera della Libia. Cohen torna sui dati dell’EIA che sottolineano che, in media, la produzione di petrolio da parte dei paesi appartenenti all’Opec scenderà di 0,4 milioni di barili al giorno nel 2011, mentre quella dei paesi non Opec salirà di 0,6 milioni di barili al giorno. L’offerta dell’Opec sarà poi in aumento di 0,7 milioni di barili al giorno nel 2012, mentre quella dei paesi non Opec crescerà di 0,4 milioni.
Ora, sottolinea Cohen, che in media l’incremento netto della produzione dei paesi dell’Opec sarà di 0,3 milioni di barili al giorno nel 2012; questo, “a causa dell’impatto della Libia”.
Oltre al fattore Libia che preme sull’offerta, c’è poi secondo l’esperto la sete cinese per il carburante diesel: una sete che sembra non conoscere fine. [ARTICLEIMAGE]
“Nel periodo 2007-2008 ci sono stati episodi di scarsità di diesel a livello globale, e ora siamo diretti proprio verso quella situazione”, guardando al 2012. Il problema della mancanza dell’offerta libica non è cosa da poco, perchè la qualità del light sweet crude libico è buona, nel senso che, attraverso la raffinazione, è possibile ottenere notevoli quantità di benzina e di diesel. Così come nel 2007-2008, il balzo dei prezzi del petrolio sarà causato così da uno shock della domanda e da un’offerta che non riuscirà a soddisfarla.
Intanto, nella giornata di oggi futures sul petrolio scambiati a New York segnano una performance al rialzo, salendo alle 15.24 circa dello 0,38% e attestandosi a quota $93,15 al barile. Da segnalare che nella giornata di ieri il rialzo dei prezzi del petrolio è stato di $2,28, o del 2,5%: si è trattato del guadagno più forte su base percentuale e registrato in una sessione dallo scorso 18 maggio, che ha permesso ai prezzi di risalire dai minimi testati in quattro mesi in cui hanno oscillato recentemente.
(in fase di scrittura)