(in aggiornamento)
Roma – Un’inasprimento della manovra economica per sanare i conti, nuove limature dei costi della politica, di nuovo il tema dell’abolizione delle Province, un’apertura sulle privatizzazioni e liberalizzazioni e anche una patrimoniale light. sarebbero questi i temi su cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe intenzione di parlare, nel corso del suo intervento alla Camera, previsto nella giornata di oggi.
Intanto, è ufficiale lo slittamento del discorso del premier: Berlusconi parlerà alle 17.30 alla Camera e alle 19.30 al Senato.
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di Milena Mauro, Ansa
Roma – A mezzanotte passata, Silvio Berlusconi ancora era al lavoro, in primis con Giulio Tremonti (“collaborativo, pur nelle sfumature diverse”, riferiscono i presenti) ma anche con i ministri della Lega (questi ultimi “più silenti”), quelli del Pdl ed i vertici del partito, per limare il discorso che domani (oggi, ndr) terrà in Parlamento, presenti anche i sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.
Un “lavoro complesso”, a giudizio dei presenti, nel quale il premier ha voluto coinvolgere il ministro del Tesoro, ora al centro della bufera giudiziario-politica legata all’affaire Milanese e ancora al mattino indicato come in via di sostituzione dall’esecutivo.
Ma alle Camere – rispondendo all’inedito appello di tutte le parti sociali e alla richiesta di coesione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano – il premier punterà il dito proprio contro chi, dentro il Parlamento, mette in discussione la necessaria stabilità facendo della crisi una “scorciatoia” per eventuali ribaltoni e favorendo, fuori dal Palazzo, una pericolosa speculazione.
La stabilità politica – nel ragionamento del premier – è da sempre l’arma vincente contro la speculazione; una crisi di governo ora sarebbe un regalo per gli speculatori e un danno per il Paese visto che nessun governo tecnico potrà risolvere i problemi dell’Italia; per questo l’opposizione dovrebbe abbandonare inutili scorciatoie per dedicarsi a risolvere i problemi degli italiani.
Nel discorso, riferiscono ancora i partecipanti al vertice, non mancheranno aperture alle opposizioni. Berlusconi infatti dovrebbe dire di ritenere auspicabile un tono del confronto politico più disteso e meno di parte, concentrato sui problemi del Paese e non sugli interessi dei partiti, nel solco del monito del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Parte essenziale del discorso di Berlusconi in Parlamento, riferisce ancora chi ha preso parte al vertice, sarà spiegare che “crisi e speculazione finanziaria sono sotto gli occhi di tutti ma per quanto riguarda l’Italia ci sono eccessivi allarmismi perché il sistema politico è solido, le banche sono liquide e solide e in generali i fondamentali economici sono altrettanto solidi.. Berlusconi chiama dunque a Palazzo Grazioli tanto il ministro del Tesoro Tremonti che i ministri della Lega Nord Calderoli e Maroni, per dare un segno tangibile della volontà di procedere nel solco della coesione, non solo nella maggioranza ma anche con le parti sociali e le opposizioni, per favorire la stabilità.
Niente allarmismi, esorta perciò il premier, che oggi alle Camere porrà una premessa a suo giudizio fondamentale: il governo si è mostrato stabile ed ha dimostrato di avere i numeri per varare in poco meno di una settimana una manovra da 70 miliardi di euro, certamente molto resta da fare per la crescita ascoltando parti sociali e opposizioni (oltre all’inquilino del Colle), ma senza cedere ad inutili allarmismi e soprattutto senza immaginare che esistano alternative in eventuali governi tecnici.
Tra le misure che oggi Berlusconi dovrebbe proporre la riforma del lavoro (secondo qualcuno dei presenti al vertice quindi la revisione dello Statuto dei lavoratori) che insieme a quella del fisco e al piano Sud dovrebbe aiutare a garantire la crescita. L’ammodernamento del mercato del lavoro, a giudizio del Cavaliere, è fondamentale. E per eliminare quelle rigidità attualmente contenute nelle leggi, bisogna cambiare alcune regole, confrontandosi con le parti sociali. Chi era presente al vertice riferisce di un presidente del Consiglio aperto ai suggerimenti in questo campo ma anche determinato a sottolineare come si debbano svecchiare le attuali norme.
NAPOLITANO PREOCCUPATO, ORA MISURE PER LA CRESCITA
di Yasmin Inangiray
Giorgio Napolitano parte per Stromboli per un breve periodo di vacanze estive ma, prima di lasciare la Capitale, fa ancora sentire la sua voce ribadendo la “preoccupazione per l’andamento dei mercati finanziari e dell’economia”, con un occhio di riguardo alla situazione italiana.
Il crollo delle borse e dei titoli di Stato allarma il Quirinale: ecco perché in una nota ufficiale il Presidente della repubblica non esita a chiedere “un integrazione delle decisioni sui conti pubblici” invitando, ancora una volta, le forze politiche e tutti i rappresentanti sociali “al confronto” per “stimolare decisamente l’indispensabile crescita economica”.
Il monito del Quirinale arriva alla vigilia di due appuntamenti importanti: il discorso del premier Silvio Berlusconi in Parlamento. Ed i vertici di giovedì( prima quello del governo con tutti gli attori sociali ed economici; poi quello tra opposizioni e parti). L’obiettivo del presidente della Repubblica è quello di segnalare la costante attenzione del Colle per la situazione delicata in cui versa l’economia. Giorgio Napolitano, dunque, dimostra ancora una volta di essere impegnato in prima persona nel vigilare su una situazione critica per i mercati italiani.
In questo quadro, si inserisce l’impegno chiesto a tutte le forze politiche nell’approvare in tempi rapidissimi la finanziaria. Così come i due colloqui, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, con Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia e prossimo presidente della Bce. Il presidente della Repubblica continuerà a seguire attentamente la situazione anche se, mette in chiaro nella nota diffusa questo pomeriggio, la palla passa nelle mani della politica e delle forze sociali: “Nell’attuale momento – scrive Napolitano – la parola è alle forze politiche, di governo e di opposizione, chiamate a confrontarsi con le parti sociali sulle scelte da compiere”. Parallelamente alla ‘moral suasion’ che il Colle continua ad esercitare affinché le forze politiche collaborino per una risposta unitaria alla crisi del mercati finanziari, il presidente della Repubblica chiama in causa il governo affinché fornisca strumenti concreti con cui fronteggiare la crisi e tranquillizzare i mercati.
Nel concreto il Quirinale chiede che ci sia un’integrazione di misure da affiancare alla manovra varata lo scorso luglio. Un ulteriore richiamo dopo quanto già chiesto nel momento in cui firmò il decreto legge sulla misure economiche, meno di un mese fa. Il quell’occasione infatti il presidente della Repubblica mise in chiaro che quel provvedimento rappresentava solo il primo passo per giungere al pareggio di bilancio previsto nel 2014, così come chiede Bruxelles. In quell’occasione Napolitano firmò il testo accompagnandolo con una nota in cui oltre ad “auspicare il confronto” tra maggioranza e opposizione sottolineò la necessità che oltre al decreto legge si mettessero in campo anche altri “strumenti di bilancio e ddl collegati”.
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Il cavaliere: “Un tonfo e salta tutto”
Il premier chiede l’aiuto di Bankitalia: “Se domani c’è un altro tonfo, salta tutto”
di Francesco Bei
NEL governo ammettono a mezza bocca i contatti tra il premier e il governatore della Banca d’Italia, in particolare una prima telefonata tra i due ci sarebbe già stata domenica sera. A mettere in contatto i due ci ha pensato il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. L'”ambasciatore” di Palazzo Chigi. Ma anche Giorgio Napolitano punta al coinvolgimento sempre più forte di Mario Draghi nella gestione dell’emergenza, convinto ormai che solo la tecnostruttura di Bankitalia possa indicare a palazzo Chigi la strategia più efficace per sfuggire alla mola del mercato.
Del resto a segnalare l’eccezionalità della situazione c’è anche il nuovo incontro di ieri di Napolitano e Draghi al Quirinale, la seconda volta in pochi giorni. Il capo dello Stato invita a prendere misure immediate perla crescita. D’intesa con l’opposizione. Proprio la ricetta di Draghi. Ma Berlusconi, oltre all’ombrello di via Nazionale, cerca sostegno anche tra i protagonisti delle parti sociali. Ieri pomeriggio ha telefonato a Raffaele Bonanni per chiedere suggerimenti in vista del dibattito di oggi alla Camera.
C’è poi l’idea di rendere permanente il «tavolo» di confronto che si aprirà
domani a palazzo Chigi con sindacati e imprese. una sorta di«concertazione permanente» che rinvia al 1993. Nel governo intanto è allarme rosso per la situazione dei mercati. Oggi un Cavaliere riluttante prenderà la parola a Montecitorio alle tre del pomeriggio, con la Borsa ancora aperta, e a votare il suo discorso non saranno gli Sci-lipoti ma direttamente i trader del mercato. Nonostante la gravità del momento, lamaggioranza è percorsa da pericolose linee di frattura.
La Lega non ha ancora mandato giù la notizia del dibattito parlamentare deciso dal premier all’insaputa di Bossi. E il Carroccio, con l’eccezione di Maroni, non vede nemmeno di buon occhio il crescente isolamento di Tremonti nel governo. Una debolezza che alimenta anche le ricorrenti voci di una sostituzione a breve del ministro dell’Economia, con i nomi di Vittorio Grilli e Maurizio Sacconi come possibili sostituti. Intanto della nuova condizione di minorità del ministro stanno iniziando ad app ro fittare tutti qu e ll i che Tremonti ha tenuto a stecchetto in questi mesi.
A partire da Raffaele Fitto, che questa mattina potrà finalmente vedere approvato dal Cipe il suo Piano per il Sud da 7,5 miliardi di euro che languiva nei cassetti. Saranno proprio queste misure per il Sud (si tratta di infrastrutture come la ferrovia Catania-Palermo o la Napoli-Bari) il piatto fortedeldiscorso che farà oggi Berlusconi in Parlamento. Anzi, il piatto unico, se si escludono i soliti annunci di tagli ai costi della politica e le riforme già messe in cantiere.
La parte più politica dell’intervento (scritto a più mani, assemblando contributi di Giuliano Ferrara, Renato Brunetta e altri) sarà invece tutta tesa a dimostrare che l’Italia «non è una nave in tempesta in un oceano di tranquillità». Berlusconi batterà il tasto sulla crisi americana, sul crollo delle borse europee, insomma vorrà chiarire che «tutti stanno fronteggiando una situazione difficile e noi, fra questi, siamo messi un po’ meglio».
L’Italia ha infatti «le carte in regola»: la manovra è stata approvata ed è stata giudicata positivamente da tutte le istituzioni internazionali, l’export è pari a quello tedesco, le banche sono liquide, il governo è saldo. «La barca è solida e il timoniere è al suo posto», riassume un collaboratore del premier sintetizzando il senso dell’intervento. Ci sarà anche un omaggio a Napolitano, un richiamo a quella «coesione nazionale» invocata dal capo dello Stato. E una timida apertura alle opposizioni, ma nulla di più.
«Ho apprezzato — dirà il premier — chi nella minoranza ha rinunciato alle solite polemiche per assumere un atteggiamento costruttivo». Un apprezzamento a Casini e un attacco a Bersani, perché «approfittare di quello che sta accadendo sui mercati per chiedere le dimissioni del governo, quando una maggioranza c’è e sta dimostrando i operare, è da irresponsabili».
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