Si preannuncia una seduta all’insegna delle vendite per il mercato azionario americano, con i contratti sui principali indici di Borsa che a due ore all’avvio delle contrattazioni scambiano in ribasso (vedi quotazioni a fondo pagina).
Le parole espresse ieri dalla Federal Reserve hanno suscitato timori circa i tempi di una stretta monetaria, abbassando il morale degli investitori, colpito duro anche dal rafforzamento del dollaro e dal taglio del rating della Grecia.
Ieri i listini hanno chiuso in rialzo, ma ritracciando dai massimi di seduta nel pomeriggio, in seguito alla comunicazione da parte della Banca Centrale relativa alla rimozione di tutti gli strumenti speciali di supporto varati nei mesi scorsi per permettere all’economia di assorbire il colpo della crisi finanziaria.
Come ampiamente atteso, la Fed ha lasciato i tassi di interesse in un range compreso tra lo 0% e lo 0.25%, ovvero sui livelli dove si trovano ormai da un anno.
“Nel complesso le parole della Fed sono state lievemente piu’ positive dell’altra volta. Ma i messaggi sono contrastanti per gli investitori Usa, che forse una politica di stretta monetaria e’ sempre piu’ alle porte”, ha detto oggi Ian Williams, strategist di Altium Securities.
Secondo gli analisti di Citigroup, i commenti della Fed “sono serviti a precisare che la rimozione delle misure straordinarie non sara’ un processo breve ed immediato che si svolge in una fase sola”. Restano inoltre dubbi circa la reazione dell’economia.
Oggi i trader avranno la possibilita’ di valutare come le condizioni della maggiore economia mondiale sono migliorate, con la pubblicazione delle nuove richieste di sussidio settimanali (prevista come al solito alle 14:30 italiane) e quindi con quella dell Superindice di ottobre e del sondaggio della Fed Philadelphia di dicembre (alle 16 italiane).
Nel frattempo il biglietto verde ha raggiunto massimi pluri-mensili contro la moneta unica e la sterlina britannica, con gli operatori che hanno dovuto fare i conti anche con il downigrade del debito della Grecia ad opera dell’agenzia Standard & Poor e un tracollo delle vendita al dettaglio nel Regno Unito.
In ambito di notizie societarie, Bank of America polarizzera’ l’attenzione su di se’, dopo la decisione di eleggere Brian Moynihan come amministratore delegato dell’istituto. Moynihan, che attualmente e’ il presidente della divisione dei consumatori e delle piccole aziende della banca, prendera’ il posto di Ken Lewis.
La concorrente Citigroup intanto e’ sottoposta a pressioni dopo aver stabilito a $3.15 per azione il prezzo dell’emissione di $20 miliardi di titoli sul mercato e dopo che il Tesoro Usa ha deciso che non vendera’ azioni Citi nel quadro dell’offerta. Le azioni cedono l’8%.
Si profila una seduta difficile anche per Builder Hovnanian Enterprises, che ha riportato una perdita trimestrale piu’ ampia del previsto. Nel corso della seduta odierna riporteranno i propri conti General Mills e Rite Aid, mentre dopo il suono della campanella sara’ il turno di Research in Motion, Palm e Nike.
Sugli altri mercati, nell’energetico arretra il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre scambiano in calo di di $0.52 a quota $72.14 il barile. Sul valutario, il dollaro sale di quota nei confronti dell’euro, con la moneta unica che scivola a quota $1.4370. Scendono i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre registrano una flessione di $15.00 a quota $1121.20 l’oncia. In denaro i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ sceso al 3.5400% dal 3.5960% di ieri.
Alle 13:30 (le 7:30 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P 500 e’ in calo di 5.90 punti (-0.53%) a quota 1099.80.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in ribasso di 9.25 punti (-0.51%) a quota 1790.75.
Il contratto sull’indice Dow Jones cede 42 punti (-0.40%) a 10348.00 punti.