Quando manca mezz’ora all’avvio delle contrattazioni i futures sui principali indici della borsa americana viaggiano in buon rialzo, (vedi quotazioni a fondo pagina), preannunciando una partenza molto positiva.
Dopo una seduta interlocutoria, il mercato azionario americano sembra intenzionato ad estendere i guadagni visti in dicembre. Insieme ai listini scambiano in rialzo anche petrolio, oro e altre commodity, mentre gli investitori digeriscono i dettagli dell’accordo stretto da Obama e repubblicani per prolungare temporaneamente i tagli fiscali a tutti gli americani.
I futures sugli indici di borsa Usa sono ai livelli piu’ alti della mattina. Anche le borse europee stanno estendendo i guadagni della prima parte di seduta, con il DAX tedesco che al momento avanza dell’1.1%, spinto all’insu’ dai materiali di base (oltre +2%). I colossi dei beni al consumo sono invece l’unico settore in rosso.
In Francia il CAC avanza di oltre il 2.1% e tutti e 40 le azioni componenti l’indice di Parigi sono in progresso. Tra i migliori Total, BNP Paribas e Sanofi-Aventis. Il paniere londinese FTSE e’ in rialzo dell’1.2% favorito dai guadagni di Rio Tinto, BHP Billiton, BP e Royal Dutch Shell.
Il merito degli acquisti e’ decisamente il clima più tranquillo che si respira nel mercato dei titoli di stato. Lo spread tra Btp-Bund viaggia a 167 punti dai 164 di ieri, quello della Spagna a 237 dai 234 di ieri, quello del Portogallo a 315 da 312.
Da segnalare comunque che il Bund decennale tedesco viaggia con un rendimento compreso tra il 2,88% e il 2,90%. In un mese, nonostante la Germania sia considerata il paese finanziariamente piu’ sicuro, il rendimento del Bund e’ salito di ben 65 punti base. Inoltre, per la prima volta in un anno, il rendimento dei titoli di stato tedeschi a lunga scadenza sta per superare l’equivalente americano. Da ciò si può arrivare a evincere che la Germania è a rischio, forse anche più degli Usa.
Si spiega così forse la decisione della cancelliera Merkel di osteggiare la proposta di Tremonti e Juncker relativa all’emissione degli eurobond.
Restano comunque sullo sfondo i timori per la crisi debitoria della Zona Euro, oltre alla preoccupazione per un’imminente stretta monetaria in Cina. Secondo il quotidiano China Securities Journal la Banca centrale cinese avrebbe preso la consuetudine di alzare i tassi immediatamente prima della diffusione dei dati sui prezzi al consumo, in agenda per lunedì.
Occhi puntati oggi -oltre che sull’Ecofin- anche sull’Irlanda, con il governo di Brian Cowen che oggi tenterà di far approvare il bilancio 2011. In caso di fumata nera si innescherebbe una reazione a catena di eventi negativi, primo fra tutti il mancato avvio del pacchetto di salvataggio a favore del paese deciso dall’Unione europea.
Intorno alle 15 italiane l’indice europeo Stoxx Europe 600 avanza dell’1.3%, mentre i futures Usa di oltre l’1%. Il rendimento sul decennale guadagna nove punti base al 3.02%, mentre il Dollar Index cede lo 0.4%. L’indebolimento della valuta Usa aiuta le materie prime: il rame accelera di quasi il 3%, l’oro dell’1.2% oltre $1431 l’oncia e il petrolio sale ai massimi di 26 mesi.
Tra i singoli titoli, Citigroup avanza del 4% sulla scia della notizia secondo cui il governo ha raggiunto un accordo per vendere la quota restante nella banca.
Secondo Peter Dixon, strategist di Commerzbank ha senso che a questo punto dell’anno si veda qualche acquisto, a prescindere dalle notizie economiche. I rialzi possono infatti essere attribuiti anche ad una serie di prese di posizioni in vista della fine dell’anno. “Nel complesso i numeri trimestrali per il 2011 sembra che saranno favorevoli e gli investitori agiscono di conseguenza, preparati ad un altro anno di buona crescita degli utili”.
Ieri nella serata americana il presidente Barack Obama ha offerto i dettagli di un compromesso preliminare stretto con l’opposizione riguardante il prolungamento delle agevolazioni fiscali a tutti gli americani nei prossimi due anni, concesso in cambio dell’ottenimento del rinnovo dei sussidi di disoccupazione a milioni di persone.
Si puo’ parlare di “resa” di Obama, che dopo la vittoria repubblicana al Congresso delle elezioni di poche settimane fa, si e’ trovato in un certo senso costretto a dare l’ok agli incentivi fiscali che erano stati promossi dal suo predecessore Bush. Tale resa sul fronte fiscale “alleggerisce il peso che grava sulle spalle della politica monetaria, da cui ci si attende una funzione di stimolo della ripresa dell’economia”, afferma in un’intervista a Bloomberg David Forrester, currency economist di Barclays Capital, precisando che in Europa “c’e’ disaccordo tra gli esponenti di politica monetaria, il che sta aumentando l’incertenzza”. La misura costera’ mille miliardi di dollari circa in due anni.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico, ifutures sul petrolio con consegna gennaio sono in rialzo dell’1.01% a quota $90.28 il barile. Sul fronte valutario l’euro e’ in progresso dello 0.48% a quota $1.3371. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale vale 3.02%, forte di un’accelerazione di 9 punti base.
Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 guadagna 12.1 punti (+0.99%) a quota 1234.2.
Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in progresso di 25.25 punti (+1.15%) in area 2215.75.
Il contratto sull’indice Dow Jones avanza di 87 punti a quota 11440 (+0.77%).