ROMA (WSI) – Serviranno 23 anni al potere di spesa delle famiglie italiane per ritornare ai livelli pre-crisi. Il potere d’acquisto potrà recuperare quanto perso dal 2008 solo nel 2036. Lo rileva una ricerca del Centro Europa ricerce e Confcommercio in occasione dell’assemblea dell’associazione dei commercianti.
“In termini reali, il reddito è in flessione ininterrotta dal 2008 – spiega la ricerca – con una contrazione cumulata dell’8,7% e una perdita complessiva di 86 miliardi di euro”. Ogni famiglia ha visto mediamente calare il proprio potere d’acquisto di 3.400 euro e “se pure si riuscisse a tornare alle dinamiche di crescita pre-crisi, bisognerebbe comunque aspettare fino al 2036 per recuperare il potere d’acquisto perduto”.
L’economia italiana continua ad arretrare. Il 2013 sarà il secondo anno consecutivo di flessione del Pil; il quarto dal 2007. E l’Italia si allontana sempre di più “dal novero delle maggiori economie”.
“Nella crisi il reddito pro-capite italiano si è ridotto di 11 punti rispetto alla Germania, di 5 punti rispetto alla Francia, di 4 punti rispetto a Giappone e Stati Uniti”, emerge nello studio Confcommercio-Cer.
“In termini reali, il reddito è in flessione ininterrotta dal 2008, con una contrazione cumulata dell’8,7% e una perdita complessiva di 86 miliardi di euro. Ciò significa – si legge nel rapporto – che, a causa della crisi, ogni famiglia italiana ha registrato, in media, una riduzione del proprio potere d’acquisto di oltre 3.400 euro. La dimensione raggiunta dalla caduta dei redditi è tale che, se pure si riuscisse a tornare alle dinamiche di crescita pre-crisi, bisognerebbe comunque aspettare fino al 2036 per recuperare il potere d’acquisto perduto”.
E Confartigianato denuncia: “Il fisco si mangia il 68% degli utili lordi d’impresa- tuona il presidente Giorgio Merletti – in Svizzera appena il 30,2%». (TMNEWS)