Società

Post (e dibattito) sul trading

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Ieri 22/07/2011 alle 0.32.52 l’utente marcopezzi ha inviato il seguente post, che ripubblichiamo sulla home page di WSI perche’ parla di una questione importante che interessa tutti.

fabio 33 è un utente che mi piace, ha una popolarità incredibilmente negativa, infatti è forse l’unico che ha il coraggio di ammettere un fatto importante: l’investimento in azioni funziona proprio quando la maggior parte delle persone non se ne interessano più perchè hanno perso la fiducia.

Dai commenti che leggo sugli articoli di wall street italia (sono utente da una settimana soltanto) mi sono fatto un’idea precisa del lettrore (o perlomeno commentatore) medio di questo sito. Trader alle prime-medie armi con una parvenza di conoscenza dell’analisi tecnica e grafica: il classico “ciuccio” che va short quando le notizie per le quali andare short sono già uscite e che va long (dopo aver perso soldi nell’essere stato short) quando ormai le notizie per essere long sono conosciute anche dagli asini. E’ quello che in termini tecnici si chiama venditore/compratore sulla notizia.

All’utente medio vorrei ricordare che l’investimento in azioni è fine a se stesso. Sono titoli che certificano una “proprietà” in una azienda. Ne dovrete condividere gioie e dolori. Mi chiedo cosa diavolo passi per il cervello di questi sostenitori dei trend, short selling, supporti e resistenze, fibonacci e altre intuizioni matematico-logiche applicate al comportamento umano. Mi chiedo come sia possibile entrare ed uscire da un titolo ogni ora, giorno, ogni settimana, ogni mese cercando di individuare il trend futuro (è scientificamente provato: è impossibile predire il futuro in un trend, tutto si risolve ad una questione di caso “leggi di culo” 50% su 50% giu’).

Mi aspetto che questi personaggi perdano soldi anche nei vari giochi gratta e vinci, casino online e superenalotto. Le probabilità infatti sono le stesse: sempre e comunque a favore del banco.

L’ignoranza su una materia fondamentale (per chi investe in borsa) e cioè la finanza aziendale è colossale, direi cosmica. Ho letto di tutto, mi aspetto di tutto. Una cosa è certa: prima di investire in una azienda dovrei sapere tutto di quell’azienda, dei concorrenti, del mercato nella quale opera. Soprattutto dovrei essere in grado di leggerne i bilanci. Poi non dovrei far altro che selezionare e aspettare. Cosa? i momenti come questi, quando le masse impaurite svendono i propri titoli trascinati nel vortice emotivo del contagio “psicologico”.

Infatti non serve a nulla individuare una buona azienda se poi la paghiamo troppo cara. Fortunatamente ci sono i momenti di depressione generale che rendono le cose un po’ piu facili a noi sostenitori della value. Infatti nel corso della vita un titolo vedrà alti e bassi incredibili, anche nel breve termine (sotto l’anno). Alla domanda: perchè? i molti sostenitori dell’analisi tecnica risponderebbero snocciolandovi teoremi e ragionamenti infarciti di formule e proiezioni. I sostenitori della value invece risponderebbero: chi se ne frega. (e subito dopo): e meno male!

Che cosa è quel bene che quando scende di prezzo nessuno lo vuole e anzi fa di tutto per liberarsene? l’azione. Credo sia l’unica cosa al mondo soggetta a questa curiosa legge emotiva. Persino il cibo per cani, quando è in offerta al supermercato, tenta le persone che non hanno animali domestici a comprarlo. Questo è neuromarketing, ed è incredibile.

Ai disfattisti (quelli che vedono la fine del mondo l’anno prossimo) ed ai disfattisti ossessivi compulsivi (quelli che vedono la fine del mondo ad ogni minuto) consiglio la lettura di vari testi specifici sulle crisi avvenute negli ultimi 400 anni al mondo. Può darsi che il prendere coscienza di fatti passati che si stanno ripetendo di nuovo (ed esattamente nella stessa maniera) riuscirà ad illuminarli sull’unica filosofia in grado di governare i mercati.

Primo: che non c’è bisogno di rovinarsi la vita perdendo sonno e denaro dimostrando di avere ragione. Secondo: le crisi e le espansioni sono l’una la conseguenza dell’altra. Questa finirà e ne comincerà un’altra. Punto e basta.

Nell’attesa di aumentare la mia impopolarità con devastante effetto leva (sarebbe la conferma alle mie intuizioni) porgo distinti saluti.