
Roma – Con l’aggravarsi della situazione nell’Eurozona e i minori prestiti concessi dalle banche, il Portogallo dovrebbe registrare (nel 2012 e 2013) una crescita economica inferiore rispetto alle attese del governo e dei creditori internazionali. Un duro colpo che rischia di minare ulteriormente la fiducia nel paese e portare in una spirale negativa. E’ quanto sostengono gli analisti dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
Sebbene le misure di austerità aiutino a tenere sotto controllo il deficit e il debito pubblico, portano a conseguenze depressive, negative per la crescita economica e dell’occupazione. Come conseguenza, sarà sempre più difficile riuscire a soddisfare le promesse sui conti in bilancio.
“Considerando la necessità di recuperare la fiducia del mercato, il governo dovrebbe concentrare l’attenzione nel garantire che i target fiscali in termini nominali vengano soddisfatti, perché la crescita economica non sia tanto inferiore rispetto a quanto precedentemente stimato”.
Le stime Ocse sulla variazione del Pil del Portogallo per il 2012 sono -3,2%, mentre per il 2013 -0,9%. Numeri inferiori rispetto a quelli governativi, di -3% nel 2012 e +0,6% nel 2013.
In aggiunta, l’Ocse stima che il debito pubblico del paese dovrebbe balzare al 114,5% del Pil quest’anno e 120,3% il prossimo, oltre le proiezioni dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale.