Alla luce della crisi del debito sovrano e in vista dei nuovi standandar di Basilea III e’ meglio che le banche conservino capitali. E’ questo il ragionamento della Banca centrale del Portogallo che ha chiesto agli istituti del paese di sospendere la distribuzione dei dividendi.
Gli analisti la pensano allo stesso modo: e’ vero che le banche di Lisbona hanno resistito alla crisi meglio di altri competitor in Europa, grazie anche a una bolla immobiliare che non e’ mai scoppiata, almeno non come e’ invece accaduto in Spagna e Irlanda. Ma le prospettive economiche in peggioramento, le misure di austerita’ adottate dal governo per correggere i conti pubblici e la cautela degli investitori avranno necessariamente effetti su profitti e sui livelli di capitale dei gruppi creditizi del paese.
Gia’ l’anno scorso la Banca centrale portoghese aveva messo in guardia gli istituti locali. Un inatteso calo della domanda di credito potrebbe spingere le banche ad aumenti di capitali, contrazione degli asset e calo degli utili. D’altra parte un calo dei prestiti e’ gia’ in corso e potrebbe continuare ad accentuarsi nei prossimi mesi. Le banche stesse stanno chiedendo criteri piu’ stringenti nel concedere prestiti.
Secondo gli osservatori gli istituti continueranno a tagliare l’erogazioni di prestiti con l’obiettivo di aumentare le proprie riserve e tagliare la dipendenza da finanziamenti esteri. A novembre le banche hanno preso in prestito dalla Bce 37,9 miliardi di euro contro una media di 40 miliardi nei mesi precedeni. I fondi concessi dall’Eurotower hanno un tasso di interesse basso (1%) ma in cambio le banche portoghesi utilizzano tali prestiti per comprare titoli di stato del paese.
Si ricorda che lo scorso 24 gennaio la Spagna ha chiesto alle proprie casse di risparmio, l’anello debole del sistema bancario spagnolo, di incrementare i requisiti di capitale Tier 1 all’8% per avere una maggiore protezione e aumentare al contempo la fiducia del sistema finanziario.