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PORTOGALLO E SPAGNA ANCORA SOTTO ATTACCO: SPREAD A NUOVI RECORD

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(WSI) – Tassi di interesse: in forte allargamento gli spread vs Germania sul tratto decennale con quello portoghese che ha segnato il nuovo record in prossimità di 300pb. Nuovo record anche per lo spread Germania-Spagna oltre i 130pb.

Gli acquisti sui bond tedeschi sono stati molto marcati con i tassi di mercato sul tratto a 2 e 10 anni che hanno segnato nuovi minimi storici. Quello a 10 anni è calato sotto soglia 2,90%. Il movimento è stato amplificato dalla dichiarazione del presidente della Bundesbank Weber, il quale ha fatto riferimento ai rischi di contagio della crisi greca, aggiungendo allo stesso tempo che tale rischio non può giustificare il mancato rispetto dei principi alla base della valuta unica.

Ad accentuare le tensioni sui mercati ha contribuito, inoltre, la decisione da parte dell’agenzia di rating Moody’s di mettere sotto revisione il rating del Portogallo con la possibilità di un taglio di 1-2 notch nei prossimi 3 mesi.

Riguardo alla vicenda greca, secondo Ft Deutschland, la Germania potrebbe aumentare la propria quota nel piano di salvataggio nel caso in cui qualche paese dovesse trovarsi di fronte a costi di rifinanziamento sul mercato superiori a quelli accordati alla Grecia. Il ministro dell’economia ha però smentito dichiarando che la quota della Germania rimarrà, come stabilito, di 22,4 Mld€.

L’asta sul 5 anni bond spagnolo ha registrato questa mattina una domanda pari a 2,35 volte l’offerta. Il focus degli operatori è sulla conferenza stampa di Trichet che sarà probabilmente chiamato a rispondere sul tema relativo all’ipotesi di reintroduzione di manovre non convenzionali fino all’ipotesi di acquisto diretto di bond governativi da parte della Bce.

Segnaliamo infine che oggi si terranno le elezioni nazionali nel Regno Unito. Gli ultimi exit poll prevedono la vittoria dei Conservatori, di uno scarto però tale da non permettere l’ottenimento della maggioranza assoluta.

Negli Usa tassi di mercato in calo sulla scia del calo dei listini azionari. Questa volta i settori peggiori sono stati quello energetico e quello industriale.

Sul fronte macro, l’indice Ism del comparto non manifatturiero si è mantenuto ad aprile sullo stesso livello di marzo, ossia ai massimi dalla metà del 2007. Rosengren, presidente della Fed di Boston e quest’anno membro votante, ha dichiarato che “l’esperienza del caso giapponese ed Usa è che dopo dopo una crisi bancaria, le riserve in eccesso non hanno portato a spinte inflattive nel breve termine. Concordo con chi si attende un processo disinflattivo nel prossimo futuro”.

Tali dichiarazioni confermano al momento la presenza di un maggioranza del board della Fed più incline a continuare a mantenere l’impegno al mantenimento dei tassi su livelli bassi per un periodo esteso di tempo.

Sul fronte paesi emergenti ieri si è registrato un marcato allargamento dell’indice Embi+ spread relativo la comparto obbligazionario, con i titoli russi che hanno riportato l’allargamento più marcato, verosimilmente in conseguenza del calo del greggio.

Valute: euro in forte deprezzamento vs. dollaro soprattutto dopo l’annuncio del credit watch negativo di Moody’s sul debito portoghese. Nel corso del mese risulta verosimile la possibilità di raggiungere il minimo dello scorso anno (1,25).

Oggi l’attenzione sarà sulla conferenza stampa di Trichet. Nel breve supporto in area 1,27. Yen in apprezzamento in seguito al proseguimento delle tensioni sui mercati ed al ritorno degli operatori giapponesi dopo i tre giorni di festività nazionale. L’apprezzamento è stato particolarmente forte nei confronti dell’euro, con il cross calato al di sotto di soglia 120, toccando il minimo da oltre un anno. La prima area importante di supporto si colloca in prossimità di 116.

Materie Prime: altra giornata di forti ribassi tra le commodity penalizzate ancora una volta dall’apprezzamento del dollaro e dalle tensioni sui mercati. Male il greggio Wti (-3,3%), grazie anche all’aumento delle scorte Usa superiori alle attese. Tra i metalli industriali è crollato il nichel (-11,1%). Torna leggermente a salire il prezzo dell’oro (+0,5%). Il prezzo in euro ha invece raggiunto un nuovo record oltre i 920€/oncia.

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