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PIRELLI-OLIVETTI: CHI SONO I VINCITORI E I VINTI

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Il mercato oggi riporta sugli altari i titoli Pirelli e Olivetti (Vedi Piazza Affari: Pirelli e Olivetti in tandem).

“In tutta questa operazione ci sono stati molti vincitori e un solo perdente”, dice a Wall Street Italia Gianni Ferrari, consigliere dell’Aiaf, Associazione italiana analisti finanziari, e responsabile della gestione azionaria di Banco Napoli & Fumagalli Soldan Sim.

Secondo Ferrari gli unici a perderci “sono stati i piccoli investitori di Olivetti e, più in generale, tutto il mercato: ci emozionammo tanto due anni fa, con l’operazione Olivetti-Telecom Italia, che passò attraverso il mercato grazie a un’offerta pubblica di acquisto; ora invece ci troviamo di fronte a una manovra uguale e contraria che invece passa sulla testa del mercato”.

Una manovra poco elegante, aveva detto qualcuno nei giorni scorsi, e che aveva sollevato obiezioni da parte della comunità finanziaria internazionale attraverso le colonne del Financial Times.

Ferrari osserva tuttavia che il duo Pirelli-Benetton ha agito seguendo le maglie della legge, che impone l’opa solo in caso di acquisizioni di quote superiori al 30%. “Tenendosi al di sotto hanno evitato un esborso di soldi maggiore di quanto non sia stato effettivamente speso”.

E questo perché, trattandosi di Olivetti, l’opa averebbe dovuto riguardare, a cascata, anche Telecom Italia e TIM.

“Ora – dice Ferrari – dobbiamo riconoscere che ognuno di noi avrebbe preferito pagare 14.000 miliardi di lire pur dando un valore alle azioni Olivetti pari all’80% in più della loro chiusura precedente, piuttosto che fare un’opa che avrebbe comportato un esborso da 210.000 miliardi di lire. La mossa dunque è comprensibile, ma i piccoli sono stati tagliati fuori”.

Se il retail è da annoverarsi tra i vinti, “tra i vincitori ci sono: MPS, Antonveneta, Banca di Roma, i finanzieri bresciani che hanno venduto le loro quote, Roberto Colaninno che se pure è stato sconfitto industrialmente ha vinto finanziariamente, Pirelli e Benetton che hanno fatto il blitz e gli Agnelli, anche se formalmente non appaiono”.

In effetti, è opinione di molti operatori del mercato che la famiglia industriale torinese stia ai comandi della sala di regia e stia orchestrando le grandi manovre in corso negli ultimi mesi nel panorama industriale e finanziario italiano. Complici l’apparente tramonto della potenza di Mediobanca dopo la morte di Enrico Cuccia, e un feeling dichiarato con il nuovo governo di Silvio Berlsuconi.

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