Economia

Pimco: nei prossimi anni l’inflazione sarà il nemico numero uno dei bond

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Roma – Pimco, il fondo obbligazionario numero uno al mondo, conferma i propri timori sulla crescita dell’inflazione globale, e prevede anche una nuova manovra di quantitative easing QE3, nel caso in cui ci dovessero essere ulteriori problemi alla crescita economica. Dopo aver tagliato le proprie posizioni detenute nei Treasury a zero, lo scorso febbraio, arriva l’avvertimento con una nota.

Nel website di Pimco, Samuil Parikh, membro della Commissione di investimenti di Pimco, spiega la strategia della società, che in definitiva afferma che il nemico numero uno dei mercati obbligazionari nei prossimi anni sarà il fenomeno dell’inflazione globale.

Ecco il contenuto della nota:

“Escludendo gli immediati shock petroliferi, guardiamo a un incremento temporale dell’inflazione, che naturalmente alimenterà le pressioni al rialzo sui tassi di interesse. Stimiamo la presenza di tre fattori globali chave che potenzialmente avranno un impatto sull’inflazione in un orizzonte di lungo termine.

1) Il deterioramento dei conti pubblici di quei paesi che fronteggiano il problema dei debiti sovrani e l’inflessibilità strutturale dei deficit fiscali.

2) Il ruolo dei mercati emergenti, che un tempo era quello di esportare la disinflazione nei paesi industrializzati, si è capovolto. Ora e nel lungo termine esporteranno inflazione.

3)L’invecchiamento della popolazione porterà i diretti interessati a risparmiare di meno e a consumare di più. L’aspetto demografico potrà dunque diventare una forza inflattiva in tutto il mondo, anche se è vero che in qualche modo tale minaccia sarà bilanciata dagli aspetti demografici diversi nei paesi emergenti.

Nel breve termine – continua la nota – prevediamo che la maggior parte delle banche centrali tenderanno probabilmente a sbagliarsi nel permettere all’inflazione di crescere sopra i target impliciti o stabiliti durante il 2011.
Negli Stati Uniti, in caso di un rallentamento della crescita economica, la Fed potrebbe dunque tornare a espandere le manovre di quantitative easing, e ulteriori misure accomodanti aumenteranno i rischi inflazionistici”.