*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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(WSI) – Il dato sul Pil Usa del quarto trimestre Usa ha evidenziato una variazione trimestrale annualizzata inferiore alle attese (3,1% vs. 3,5% previsto). Il 2004 si è pertanto chiuso con una crescita media del Pil pari al 4,4% dal 3% del 2003.
I principali elementi di rilievo che emergono dall’analisi delle sottocomponenti sono i seguenti:
1) Buon andamento della spesa personale, che ha segnato una contribuzione al Pil del 3,22%. In tale ambito, il settore servizi è risultato uno dei più importanti, con una contribuzione dell’1,5%;
2) Performance positiva della spesa per investimenti: gli investimenti fissi (tra i quali rientrano quelli per costruzioni ad uso commerciale oltre che quelli in apparecchiature e software) hanno evidenziato una contribuzione dell’1,05%. Verosimilmente, come già evidenziato dall’andamento degli ordinativi di beni durevoli, è stato piuttosto marcato l’effetto supporto offerto dagli incentivi per gli investimenti scaduti lo scorso dicembre;
3) Contribuzione positiva delle scorte (+0,42%);
4) Contribuzione molto negativa da parte delle esportazioni nette (-1,73%). Ricordiamo che nel mese di novembre il deficit commerciale ha raggiunto il valore record di 60Mld$.
Di rilievo le indicazioni fornite dai dati inerenti i prezzi. Il deflatore del pil è risultato lievemente inferiore alle attese. Il deflatore riferito alla spesa personale ha evidenziato un tendenziale annuo pari a 2,7%. L’indice core (utilizzato come parametro di riferimento dalla Fed) si è attestato all’1,6% da 1,5%, risultando pertanto in linea con il range di tolleranza segnalato dalla Fed (1-2%).
Sempre sul fronte prezzi, segnaliamo il dato sull’indice del costo del lavoro, che ha presentato nel quarto trimestre una variazione trimestrale inferiore alle attese. Osservano l’andamento dell’indice tendenziale annuo, si può notare come quest’ultimo permanga al di sotto del valore medio ventennale (3,7% vs. 4%).
Quali elementi si possono trarre dai dati di oggi?
La crescita del 2004 è stata piuttosto forte (il valore più elevato dal ’99). Indubbiamente l’effetto stimolo della politica monetaria e fiscale ha contribuito in modo determinatnte a un andamento così marcatamente favorevole. E’ proprio su questo punto che si giocherà la crescita del 2005: riuscirà l’economia Usa a evidenziare anche quest’anno un livello di crescita almeno sopra il potenziale (3,5%) in assenza dello stimolo fiscale ed in parte di quello monetario?
Su tale punto in diverse circostanze abbiamo espresso le nostre perplessità, in considerazione anche del fatto che le manovre di rientro del deficit annunciate da Bush potrebbero avere un effetto non positivo per la crescita.
Per quanto concerne i prezzi, i dati di oggi scongiurano il temuto effetto negativo di un rialzo del costo del lavoro. Inoltre il parametro principale di riferimento della Fed rimane ancora sotto controllo. Pertanto sia in chiave contingente che prospettica, la dinamica inflativa non sembra richiedere un’accelerazione nella fase di rialzo dei tassi, né tantomento una modifica del comunicato dopo l’incontro della Fed del 2 febbraio tale da preannunciare in futuro un orientamento in tal senso.
Infine una precisazione con riferimento ai dati sul personal spending e sul Pce core di dicembre in pubblicazione il prossimo lunedì. Le stime mediane di consensus danno un valore rispettivamente dello 0,8% e dell’1,5%. I dati sul pil pubblicati oggi però inducono ad una revisione al rialzo di tale aspettative, rispettivamente ad 1% e 1,6%.