E’ da gennaio che la dipendenza ormai cronica delle banche irlandesi dai fondi a breve termine concessi dalla Banca Centrale Europea ha raggiunto livelli estramemente preoccupanti. Si parla di oltre 100 miliardi di euro in eccesso. Ma un’altra cifra ha raggiunto proporzioni ancora piu’ allarmanti. Stiamo parlando dell’ammontare di liquidita’ offerta dalla banca centrale nazionale.
E’ quanto meno sospetto il fatto che le banche irlandesi si rivolgano sempre meno alla Bce e sempre piu’ all’istituto centrale nazionale. La somma di denaro presa a prestito dalle banche irlandesi dalla Bce in febbraio e’ calata di 10 miliardi di euro, attestandosi a 116 miliardi. Allo stesso tempo pero’ i debiti della banca irlandese nei confronti dell’istituto centrale nazionale, con un debito collaterale che non viene accettato dalla Bce, sono in rialzo di 20 miliardi di euro, a 70 miliardi.
Prima che i dati della banca centrale irlandese venissero pubblicati, ci si aspettava esattamente il contrario. Ovvero che i debiti in un qualche modo legati al fondo di emergenza messo a disposizione dalla Bce, l’ELA, (incasellato sotto la voce ‘altri asset’) sarebbero scesi di 17,5 miliardi per rispecchiare i FRN che sono stati emessi dalle banche del paese il mese precedente. Quindi si prevedeva una cifra nell’ordine dei 34 miliardi. Invece in febbraio gli “altri asset” hanno raggiunto un ammontare complessivo pari a piu’ del doppio: 70 miliardi, per l’appunto.
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Da tempo le banche irlandesi stanno emettendo a loro stesse bond garantiti dal governo a breve scadenza, nel tentativo di creare un debito collaterale che venga accettato dalla Banca Centrale Europea. L’ammontare e’ pari a circa 17 miliardi. Questo avrebbe dovuto ridurre la quota dei debiti dell’Irlanda legati al fondo di emergenza ELA a circa 33 miliardi, dal suo livello “consueto” di 50 miliardi.
Ma la cifra non e’ affatto calata. Cosa sta succedendo dunque? Ecco svelato il mistero: secondo un portavoce della banca centrale irlandese “oltre la meta’” dell’incremento di 20 miliardi – se non addirittura l’intera cifra – e’ dovuta a un cambiamento delle norme da parte della Bce risalente al novembre di due anni fa. E’ dunque solo un’anomalia temporanea. Una volta che gli asset vengono modificati per rispettare le regole e ritornare ai rifornimenti di liquidita’ offerta dalla Bce.
Tutti i bond emessi dalle banche irlandesi siano stati declassati – senza eccezioni – negli ultimi mesi. Alla luce dei fatti sopra rivelati, viene ora naturale chiedersi se la miccia non sia stata forse accesa dal declassamento – deciso da tutte e tre le principali agenzie di rating – dei covered bond di alcune banche irlandesi, il cui giudizio e’ sceso sotto la tripla A. In particolare sono le emissioni della Bank of Ireland ad essere state colpite. Nulla e’ certo, ma pare molto strano che gli istituti non abbiano saputo prepararsi per tempo a cambiamenti annunciati verso la fine del 2009. Un anno e mezzo fa.
Ma non e’ finita qui. Un’altra cosa molto strana e’ che la Banca Centrale irlandese sta offrendo dettagli sulle attivita’ di ELA, che di solito e’ invece un argomento che viene tenuto segreto. Nessuno e’ preoccupato del danno che potrebbe recare alla reputazione? I sistemi bancari di solito operano questo tipo di attivita’ di prestito per qualche giorno o al massimo una due settimane. Gli ELA irlandesi ormai vanno avanti da mesi.
Un articolo di Bloomberg pubblicato di recente si chiedeva se le banche irlandesi non facessero meglio a prepararsi a far fronte a perdite molto piu’ ingenti del previsto sul fronte dei mutui residenziali. Molto interessante. E potenzialmente anche molto preoccupante.