Gli indici Dow Jones e Nasdaq fanno disperare folle di risparmiatori. Le cadute drammatiche sono provocate innanzitutto dalle quotazioni in grave discesa delle grandi compagnie più fortemente rappresentate. Non cadono solo i valori dei titoli di Tyco (TYC – Nyse) o Enron (ENRNQ – Nasdaq), con i loro falsi in bilancio, ma anche quelli di imprese solide come Ibm (IBM – Nyse), General Electric (GE – Nyse) e Cisco (CSCO – Nasdaq).
Però vi sono anche 300 titoli del Dow e del Nasdaq che hanno raddoppiato il loro valore dall’inizio del 2001. E meritano grande attenzione.
Non si tratta di società rappresentative di un settore omogeneo. Negli anni 70 andavano le azioni petrolifere, negli 80 le alimentari, con McDonald’s (MCD – Nyse) e Coca Cola (KO – Nyse) in testa, nei 90 è emerso l’high tech da Microsoft a ditte di sottoscrittori di servizi di commercio e di svago elettronico.
La schiera delle 300 società che hanno oggi resistito alla bufera è disparata. Tappezzerie per la casa, ricambi per auto, servizi ricreativi, articoli sanitari, giocattoli ma anche compagnie siderurgiche (eppure le grandi dell’acciaio arrancano) e ferroviarie, cioè settori di industria, di beni e servizi, “pesanti”. In comune, questi titoli hanno che non si riferiscono a conglomerati ma a imprese monoprodotto. E inoltre si tratta di imprese di dimensioni generalmente sotto il miliardo di dollari di fatturato.
Questi titoli rappresentano una parte minoritaria delle società registrate dal Dow Jones e dal Nasdaq ancora meno rilevante se si considerano non il numero in sé delle società ma i valori dei loro titoli. Così il raddoppio del loro valore in 16 mesi non ha ostacolato seriamente la caduta degli indici.
Comunque, per cercare le imprese sotto un miliardo di dollari che hanno resistito alla bufera e promettono buoni utili il metodo possibile da usare è quello della lanterna di Diogene, non servono i parametri ufficiali che sono abiti fatti su misura per le grandi imprese. Inoltre, per queste società, il rapporto capitale-reddito anziché essere 30 volte è solo 18 volte, vale a dire un utile di poco più del cinque per cento.
Investire in questi “ricoveri” esistenti alla bufera conviene, purché non si pensi che siano imprese dall’alta crescita reale. Sono in generale solo buoni investimenti sicuri.
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