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PIAZZA AFFARI, TORNANO LE DEBUTTANTI

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Lunedi’ si ricomincia. Dopo due anni di magra, riparte il mercato dei collocamenti in Borsa. E sarà Terna a fare da apripista alle matricole che entro l’estate debutteranno in Piazza Affari. La società che possiede la rete elettrica nazionale si presenterà domani ad analisti e gestori, in vista del debutto che, salvo variazioni, dovrebbe avvenire il 21 giugno. Anticiperà di un giorno Dmt, società che si occupa di sistemi di trasmissione televisiva digitale, che ha annunciato lo sbarco al segmento Star per il 22 giugno. A seguire arriveranno la società di gestione di fondi Azimut, Procomac, che produce macchinari per l’impacchettamento, quindi Eems, assemblaggio e collaudo di semiconduttori, che ha avviato l’iter per lo Star. E potrebbe bruciare i tempi, arrivando sul TechStar entro l’estate, Newron, società biotecnologica che fa capo al fondo di private equity 3i. In tutto sei matricole, che in meno di due mesi arriveranno in Borsa, contro le quattro dell’intero 2003.

RETE ELETTRICA O TV? – Due matricole si contenderanno la scena nell’ultima settimana di giugno: Terna e Dmt. Due aziende molto diverse, per settore di business e «taglia», ma entrambe leader: la prima possiede il 96% della rete elettrica nazionale, la seconda ha il 70% del mercato italiano dei sistemi di trasmissione del digitale terrestre. Insieme chiederanno al mercato quasi 2 miliardi di euro.
La parte preponderante sarà per Terna, che collocherà il 50% del capitale per un controvalore compreso tra 1,6 e 1,85 miliardi di euro, stando ai valori indicativi forniti dalla società che ha fissato come forchetta di prezzo, non vincolante, 1,62-1,85 euro ad azione. La sottoscrizione aprirà il 14 giugno per chiudersi il 18 e il 21 inizieranno gli scambi in Piazza Affari.

Secondo gli analisti la società rappresenta una buona opportunità di investimento, ma solo se il prezzo finale sarà fissato nella parte bassa della forchetta, altrimenti risulterebbe un po’ cara rispetto ai cosiddetti «comparables» (le società simili) come Snam Rete Gas, la società dell’Eni che controlla la rete di distribuzione di metano. Gli analisti consigliano Terna agli investitori prudenti, che puntano più al dividendo che non al capital gain. Insomma, è il tipico titolo da cassettista.

Dmt sarà invece la prima società tecnologica ad arrivare in Borsa, dopo tre anni di blackout. La banca che segue l’offerta, Ubm, ha scelto il segmento Star per garantire alla società visibilità e una buona liquidità, che il Nuovo Mercato forse non avrebbe garantito. Sul mercato arriveranno 5,2 milioni di azioni, parte in aumento di capitale e parte messe a disposizione da investitori privati che usciranno dall’azionariato. La società guidata da Alessandro Falciai, nata dallo scorporo da Mediaset delle attività di Elettronica Industriale, l’azienda una volta posseduta da Adriano Galliani, ha chiuso il 2003 con 60,7 milioni di ricavi e 4,7 milioni di utili.

Secondo gli advisor, dopo l’offerta la capitalizzazione sarà compresa tra 233-295 milioni di euro. Le prospettive di crescita sono tutte legate al decollo del digitale terrestre. Di dividendi, ha detto invece Falciai alla presentazione della società, Dmt all’inizio non ne darà. Le risorse che arriveranno dal mercato serviranno a finanziare lo sviluppo, e, per una parte residuale, per chiudere una linea di finanziamento concessa da UniCredito, società che guida il consorzio di collocamento e che, attraverso il fondo Fidia, è anche azionista indiretta di Dmt.

IL GESTORE SI QUOTA – Dopo Terna e Dmt sarà la volta di Azimut, la seconda maggiore operazione dopo quella della rete elettrica. La società leader nella gestione dei fondi comuni di investimento collocherà in Piazza Affari il 60% del capitale, chiedendo al mercato un po’ più di 500 milioni, e sarà quindi contendibile. La quota di maggioranza sarà in mano ai 700 dipendenti di Azimut, che nel 2002 hanno effettuato l’acquisto con l’appoggio del fondo Apax, che con l’offerta concluderà la sua avventura.

La data di quotazione non è stata ancora comunicata, visto che la società è in attesa del via libera di Consob, che potrebbe arrivare la prossima settimana. Il mercato ha già ipotizzato, invece, un prezzo dei titoli compreso tra 5,8 e 6,5 euro, senza contare il previsto aumento di capitale. A favore del buon esito dell’operazione Azimut giocano diversi fattori: la notorietà del marchio, le previsioni di crescita 2004 e i solidi fondamentali, ai quali si aggiunge un modello di business capace di massimizzare i rialzi delle Borse. Di contro, trattandosi di una società di gestione, c’è forse una eccessiva dipendenza dei risultati economici dalle commissioni, che scontano anche una incertezza regolatoria.

RITORNO ALLA NEW ECONOMY – L’estate delle matricole di Piazza Affari dovrebbe concludersi con il debutto di Procomac ed Eems, entrambe in attesa di ricevere il via libera della Borsa e della Consob. Procomac, che punta al segmento Star, è leader nella costruzione di impianti per imbottigliamento. Ha chiuso il 2003 con un fatturato di 146 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2002, di cui il 74% realizzato all’estero. Azionisti del gruppo sono la famiglia Morini e il fondo Interbanca Investimenti Due, che ridurranno la propria partecipazione. Interbanca, che è anche «global coordinator» dell’offerta, potrebbe addirittura uscire del tutto dal capitale. In Borsa dovrebbe arrivare poco più del 35%, e quindi Procomac non sarà contendibile.

Lo sarà invece Eems, la società nata dieci anni fa da uno scorporo di Texas Instruments, che entro l’estate collocherà il 51% del capitale al segmento Star. L’azienda di semiconduttori aveva annunciato lo sbarco in Piazza Affari due anni fa. Ma le condizioni di mercato avevano portato al rinvio. Questa volta non dovrebbero esserci sorprese: per luglio è atteso il via libera di Borsa e Consob, ed entro fine mese ci sarà il debutto.

Cosa che non è ancora scontata per Newron, la prima «biotech» a riaffacciarsi sul Nuovo Mercato, nel segmento TechStar, dove da tre anni non ci sono più debutti. L’offerta avverrà con aumento di capitale che porterà all’uscita del fondo inglese 3i, che oggi ha il 43%, e il flottante sarà superiore al 51%. Tra tutte le matricole estive, Newron è quella con il profilo di rischio più alto, sebbene in alcuni settori della ricerca la società varesina vanti grande esperienza, riconosciuta a livello internazionale. Che, con la contendibilità e gli alti tassi di crescita del settore, dovrebbero convincere gli investitori a tornare sul Nuovo Mercato.

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