(Teleborsa) – Piazza Affari si sveglia di malumore al pari delle cugine europee. L’esordio negativo era ampiamente previsto data la brutta performance della borsa di Tokyo e del resto dell’Asia. Ad impensierire gli investitori ancora una volta i timori per un rallentamento della crescita economica globale dopo che due indagini congiunturali hanno evidenziato un calo dell’attività manifatturiera cinese. Secondo molti analisti, tuttavia, i dati in questione vanno letti positivamente in quanto dimostrano che gli sforzi del governo del colosso asiatico per raffreddare un’economia in ebollizione stanno dando i primi risultati. Sullo sfondo resta alto il livello si allerta per la situazione finanziaria europea dopo il declassamento del debito sovrano spagnolo da parte di Fitch di venerdì scorso. Sul valutario precipita il cross euro/dollaro, che ieri non aveva registrato particolari movimenti anche in virtù della chiusura di Londra e Wall Street. Non hanno aiutato la moneta unica, che al momento scambia contro il biglietto verde a 1,2212, le dimissioni a sorpresa del Presidente tedesco Horst Koehler. Ritraccia anche il petrolio che ora si porta a 73,16 dollari al barile. Ricca l’agenda macroeconomica odierna: in mattinata arriveranno il tasso di disoccupazione di Europa e Germania e il PMI dell’Euro Zona. Intanto le vendite al dettaglio tedesche sono risultate in crescita oltre le attese. Dagli USA arriveranno il dato sulle spese per le costruzioni e l’ISM manifatturiero. A pochi minuti dall’inizio delle contrattazioni il Ftse All Sher lascia sul terreno l’1,60% a 19.839 punti. Non fa meglio il Ftse mib che arretra dell’1,64% a 19.224 punti. In rosso anche il Ftse Mid Cap -1,01% a 22.783, mentre il Ftse Star cede lo 0,82% a 10.348. Tutti segni meno tra le blue-chips milanesi, ad eccezione della Bca Popolare di Milano, che sulle primissime battute era arrivata a guadagnare oltre due punti percentuali per poi accontentarsi di un guadagno frazionale. Secondo MF la compagnia punterebbe all’acquisizione di Banca Monte Parma. Maglia nera a Saipem, che sconta il ritracciamento dei prezzi del petrolio al pari dell’intero comparto energy europeo, in rosso di oltre 4 punti percentuali anche per il tracollo della BP dopo il fallimento dell’operazione “top kill”. Offerte la banche, in particolare Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il country chairman di quest’ultima, citato ne Il Sole 24 Ore, avrebbe affermato che forse ci sono più di 300 mln da qui al 2015 derivanti dalle sinergie con Banca Unica. La Carlo Tassara ha invece reso noto ieri che potrebbe cedere la propria partecipazione in Intesa Sanpaolo. Forti perdite per Fiat ed Exor, quest’ultima anche su prese di profitto dopo la buona performance della vigilia.