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PIAZZA AFFARI SI DIVIDE SU UN FUTURO RIBASSISTA

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Il mercato azionario italiano vive da circa un anno una continua discesa, che a momenti ha rallentato sino ad interrompersi e in altri è stata più accentuata con punte di panico. Il ciclone delle vendite ha travolto soprattutto i titoli della triade dei TMT, ovvero tecnologici, telefonici e media.

I telefonici hanno scontato ancor di più il sentiment negativo – secondo gli analisti – per l’assenza di veri e propri titoli high-tech. Se si esclude STMicroelectronics e la controllante Finmeccanica, esistono poche altre società puramente tecnologiche e cosi’ gli investitori hanno considerato i telefonici alla stregua di questi ultimi.

Malgrado molti titoli abbiano bruciato gran parte degli ultimi guadagni e siano tornati mediamente ai prezzi di un anno fa, secondo molti operatori la discesa non è ancora finita.

Ma da questo punto in poi qualcosa potrebbe cambiare: sono infatti discordanti i pareri di trader e analisti interpellati da WallStreetItalia su chi saranno le vittime di un eventuale nuovo ribasso. Secondo alcuni stiamo già assistendo ad una rotazione verso i bancari e gli assicurativi, con una maggiore resistenza dei TMT che pare abbiano trovato un buon supporto. Secondo un’altra corrente di pensiero, invece, saranno ancora i tecnologici, gli editoriali e i telefonici ad andare giù in caso di nuove forti scosse al ribasso.

Dal primo gennaio del nuovo anno, ad esempio, Seat Pagine Gialle ha perso il 30,1%, Hdp il 24,3%, L’Espresso il 19,1% e Mediaset l’11,1%. Ma le cose non sono andate meglio tra i telefonici che registrano una perdita del 15,9% per TIM, del 10,6% per Olivetti e del 3,2% per Telecom Italia. Stesso discorso per i tecnologici, che vedono la loro punta di diamante STM in calo del 17,22% dal primo gennaio 2001 e Finmeccanica registrare un passivo del 12,7%, sempre nello stesso periodo. Tra i titoli misti, è esemplare Bipop Carire, a volte titolo Internet e altre del risparmio gestito, che ha perso il 9,8% nei primi due mesi del 2001.

“Il sentiment rimane negativo e il trend è ribassista – commenta a WallStreetItalia un operatore di una primaria Sim – a meno che dall’America non giungano decisi segnali di inversione di tendenza. In caso contrario credo che a farne le spese sarà ancora la triade dei TMT, cioè telefonici, media e tecnologici. Potrebbe essere l’ultimo tonfo prima dell’oblio, che innescherebbe poi circoli viziosi molto pericolosi”.

Anche secondo Marina Martini, trader di Paribas, “andranno giù i TMT. Non mi aspetto un crollo, ma un lento calo. In questa fase non si guarda i prezzi ma il sentimento che è creato dalle notizie sulla salute dell’economia USA. Altri titoli come i bancari – aggiunge Martini – potrebbero invece attraversare una fase di stagnazione”.

Di parere opposto Antonio Ranieri, analista Uniprof, secondo cui questa sarebbe la volta di bancari e assicurativi “perché sembra che telefonici, tecnologici ed editoriali abbiano toccato il fondo”.

Gli fa eco un trader di una Sim tedesca che ritiene “i TMT non più comprimibili al ribasso. Ormai hanno siamo al punto di non ritorno. Titoli come Mediaset, TIM, Mondadori o L’Espresso sono stati massacrati dalle vendite, ma rimangono società solide e che fanno utili”.