Da questa mattina sono diventate effettive le modifiche sui quantitativi minimi degli strumenti finanziari trattati a Piazza Affari. La Borsa italiana ha infatti rivisto al ribasso i lotti minimi di 199 azioni, 11 obbligazioni convertibili e 16 warrants.
L’intervento ha fissato un controvalore medio di circa €1.500 quale valore di riferimento sulla base del quale stabilire il lotto minimo di ciascuno strumento azionario quotato sul mercato telematico azionario (MTA); Per i titoli quotati sul Mercato Ristretto, invece, il controvalore medio è di circa €1.000.
L’operazione permetterà all’investitore con solo 10 milioni di lire da investire di comprarsi 6 o 7 titoli invece di solo 2 o 3, in modo da diversificare il proprio portafoglio e non puntare tutto su pochi titoli.
“Ogni anno adeguiamo i lotti minimi in modo da andare in contro agli investitori e agli intermediari – commentano a Borsa Italiana – ma anche a quelli che sono i tecnicismi del sistema”.
Secondo Borsa SpA l’operazione risponde a esigenze di funzionalità del mercato, porta ad agevolare l’accesso da parte degli investitori al mercato azionario e di economicità nell’esecuzione degli ordini.
Secondo un operatore di borsa, il cambiamento permetterà ai piccoli investitori di diversificare più facilmente.
“Visti i volumi contenuti si cerca di dare maggiori spazi di movimento agli investitori – commenta a WallStreetItalia Federico Schmid, responsabile negoziazione Bnp Paribas – ma in verità cambia poco se non per la possibilità di diversificare gli investimenti”.
Il giudizio di Schmid sull’operazione “è neutrale, anche se resta l’anomalia italiana di avere ancora dei lotti minimi di contrattazioni. Di fatto, tra le grandi Piazze europee, restiamo gli unici ad avere questi limiti”.
Anche Marco Crepaldi, responsabile azionario di Euromobiliare, nota come “la modifica sui quantitativi minimi vada a vantaggio dei piccoli investitori, anche se a livello pratico non cambia nulla. L’esistenza però dei lotti minimi ci lascia indietro rispetto alle altre Borse europee dove non esistono definizioni minime di negoziazione”.
Per un risparmiatore che investe in borsa, l’operazione rende i titoli del Mibtel e del Mib30 più accessibili, come quelli del Nuovo Mercato dove non ci sono lotti minimi e si possono comprare le azioni singolarmente.
“Credo che renda più comode le negoziazioni commenta Gabriele Cirillo, investitore privato – così come avviene già sul Nuovo Mercato, dove non esistono restrizioni”.
Il cambiamento aiuterà anche gli investitori con un piccolo capitale a diversificare il loro portafoglio.
“L’unica controindicazione – aggiunge Silvia Fattore anche lei investitrice privata – potrebbe essere una maggiore difficoltà nella gestione del portafoglio titoli qualora questo ne dovesse contenere tanti”.