Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Il buon giorno questa volta non si è visto dal mattino. Dopo un 2009 iniziato in maniera positiva, gli indici mondiali hanno ripreso decisamente la strada del ribasso.
I timidi guadagni dei primi giorni di gennaio si sono velocemente annullati e le perdite delle principali borse internazionali hanno raggiunto il 10%. E così gli indici si sono portati di nuovo ai minimi del 2008 e, in alcuni casi, li hanno anche superati.
Ma il ribasso non sembra essere destinato ad esaurirsi almeno sino a quando non saranno raggiunte soglie psicologiche importanti poste tra il 7% e il 10% al di sotto dei livelli attuali.
Ai minimi
Una linea Maginot che passa dai massimi degli anni ’90 e che oggi invece potrebbe fare da base per un recupero, o almeno un rimbalzo, delle Borse. Troppo poco per parlate di inversione di tendenza, ma abbastanza per mantenere un briciolo di fiducia: i titoli di Stato a lunga scadenza sono rimasti piatti, come il petrolio e molte materie prime. E, a parte l’euro che ha perso oltre il 5 per cento sul dollaro, anche le principali divise si sono mantenute in relativo equilibrio.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul
link INSIDER
«Graficamente — spiega Enrico Nicoloso responsabile dell’analisi tecnica di Websim. it — i principali indici internazionali sono ormai ad un passo dai minimi della banda di oscillazione descritta negli ultimi 4 mesi. La Borsa italiana, in cui pesano molto i finanziari, è scesa addirittura sotto tale soglia. Ora, l’elevato ipervenduto di breve potrebbe far scattare in qualsiasi momento violente ricoperture. Tuttavia, la continua e reiterata vulnerabilità non sembra destinata ad essere riassorbita in tempi brevi». Tra gli indici settoriali europei spiccano le perdite dei bancari (-20%), degli assicurativi (-15%) e delle auto e degli industriali (-10%). Mentre si sono salvati per ora i classici «difensivi» (alimentari, farmaceutici).
Una situazione che desta preoccupazioni anche per Lorenzo Marconi, consulente di Intra Private Banking: «Ci sono livelli tecnici che vanno monitorati con grande attenzione: 16 mila punti per l’S&P Mib, oggi poco sopra i 17 mila; 730 punti per l’S&P 500, oggi a 820 e 7.350 per il Dow Jones oggi 8.120. Se queste soglie dovessero essere violate, e nel caso di Piazza Affari siamo davvero molto vicini, allora si aprirebbero spazi di ribasso che potrebbero estendersi sino al 30 per cento».
La crisi attuale, che ormai in molti mettono sullo stesso piano del crac degli anni Trenta, impone quindi un’analisi storica che per la Borsa di Milano parte dall’indice Mibtel. «In questo scenario — continua Nicoloso — è tecnicamente plausibile per il Mibtel la ricerca di una nuova base intorno ai 13.000/12.500 punti, ovvero in corrispondenza dei massimi raggiunti nel periodo 1987-1997.
Eventuali rally, assumerebbero consistenza e sostenibilità soltanto sopra area 16 mila. Se invece l’area 13 mila non dovesse tenere il target per un mercato Orso sarebbe posto a 9 mila punti, il 45 per cento sotto i prezzi attuali».
Anni Trenta
Solo con un balzo all’indietro di 20 anni gli indici possono dunque ripartire? «Sono scenari impressionanti — prosegue Marconi — ma se guardiamo il sottostante degli indici, ovvero le società, allora la situazione appare meno preoccupante. Se da un lato continuiamo a consigliare di stare fuori dai finanziari, non vanno invece trascurate aziende che vantano un forte posizionamento competitivo: Buzzi Unicem, Bulgari, Prysmian, Enel». Marconi segnala anche Fiat, che a un prezzo di 3,4 euro, ovvero sotto i valori toccati nell’era pre-Marchionne, si presenta molto sottovalutata: «La notizia dell’alleanza con Chrysler che, a costo zero, aprirà il mercato Usa, non ha cambiato di una virgola l’umore del mercato. Si tratta di una situazione molto simile a quella della bolla del 2000 quanto tutti rincorrevano i prezzi. Ieri al rialzo e oggi al ribasso».
I livelli da monitorare sono i 13mila punti del Mibtel e i 16.000 dell’S&P Mib. Se vengono sfondati allora suonerà l’allarme rosso.
Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved