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(WSI) – I ricchi (quelli veri) riconquistano il palcoscenico di Piazza Affari. Passata come una meteora la stagione dei furbetti – con il portafoglio gonfio spesso solo di debiti – le redini delle grandi partite finanziarie italiane sono tornate ai legittimi proprietari: le banche, grazie ai soldi dei clienti, e i pochissimi imprenditori di casa nostra forti di un conto corrente che trabocca di euro. L´elenco dei re della liquidità tricolori in effetti non è lunghissimo: gli uomini in grado di mobilitare cifre a nove zeri senza batter ciglio si contano sulla punta delle dita. E non a caso i loro nomi sono quelli che si rincorrono in tutti i “risiko” di casa nostra, dalle banche alle autostrade fino alle tlc e all´energia.
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Il numero uno indiscusso nel campo è Francesco Gateano Caltagirone. Che investe tanto nelle sue società, che non disdegna diversificazioni nel credito (su Bnl ha guadagnato 255 milioni) ma che nel frattempo ha “risparmiato” centinaia di milioni. Quanti l´ha raccontato lui stesso lo scorso anno: «Il nostro gruppo ha due miliardi di liquidità», ha ammesso, aprendo a Piazza Affari un appassionante toto-Caltagirone. Investirà nelle autostrade (voce tornata d´attualità con l´ipotesi di cordata italiana per il gruppo dei Benetton)? Tenterà l´affondo allo sportello? Oppure sulle utility come Acea, dove ha già piazzato un piccolo cip?
Teoricamente, visto il suo 740, potrebbe giocare un ruolo di primo piano su tutti e tre i fronti.
Suo degno rivale, da un anno, è Silvio Berlusconi. Il collocamento del 16% Mediaset ha portato nelle casse Fininvest una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro. Oggi il Biscione – ripulito dai debiti – ha in tasca almeno 1 miliardo pronto per essere speso. Come? Fino alle elezioni il tesoro (malgrado remunerazioni ridottissime) è rimasto parcheggiato in investimenti “sicuri”. Adesso, a urne chiuse, è possibile che il Cavaliere cali il jolly. Sullo sfondo, malgrado le smentite, resta il sogno Telecom Italia. Qualcuno ha ipotizzato un fanta-progetto Fiat e un pensierino è stato fatto su Endemol (quella del Grande fratello). Con un miliardo invece non si va troppo lontano – perlomeno da soli – nel mondo del credito, anche se l´ex premier non ha mai nascosto il suo desiderio di contare di più nel settore bancario-assicurativo.
Socio storico del club dei paperoni è pure Romain Zaleski, uscito da Edison con 1,4 miliardi di guadagno. Un miliardo l´ha già reinvestito sul colosso siderurgico Arcelor. Qualche puntatina – con grandi ritorni – l´ha fatta su Intesa e Generali. Anche se non è ancora ben chiaro dove alla fine concentrerà la sua potenza di fuoco. Miliardario è anche Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, che è riuscito a creare un leader nell´occhialeria e a riempire le casseforti di casa con oltre un miliardo in contanti. Ultimi arrivati tra i re della liquidità Massimo e Gianmarco Moratti. Il collocamento Saras regalerà ai due fratelli un miliardo a testa. «Li terremo di scorta per il business di famiglia», ha detto Gianmarco. Ma gli analisti, al netto del fabbisogno cronico dell´Inter, hanno già iniziato a scommettere su altri obiettivi.
Sotto la soglia psicologica del miliardo la pattuglia dei “ricchi” si infoltisce. A tirare la volata una vecchia conoscenza del settore, le famiglie Boroli-Drago di De Agostini, che malgrado i loro maxi-investimenti hanno in cassa 606 milioni. E Giorgio Armani, che pur avendo oltre 500 milioni di liquidità, può permettersi il lusso (a maggior ragione nel suo caso) di pensare a raccoglierne ancora con la quotazione in Borsa.
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