(Teleborsa) – Tra alti e bassi la borsa milanese ritrova il segno più, anche se i movimenti nei due sensi sono stati piuttosto modesti. Stesso clima si respira in Europa, con gli investitori in riflessione sul da farsi dopo lo spauracchio di ieri per lo stato di salute dell’economia mondiale, che oggi sembra essersi in parte compensato con le buone nuove giunte dalla Bce. Il Consiglio direttivo della Bce stima un rafforzamento dell’attività nel secondo trimestre del 2010. Per il terzo trimestre si delinea addirittura un quadro migliore delle aspettative. Su un orizzonte di più lungo periodo, alla luce di vari effetti temporanei il Consiglio direttivo seguita ad attendersi un ritmo di crescita economica moderato e ancora discontinuo nell’area dell’euro, a fronte di incertezza. Ci si attende tuttavia che la ripresa dell’attività sia frenata dal processo di aggiustamento dei bilanci in corso in diversi settori e dalle prospettive per il mercato del lavoro. Si trova ancora in difficoltà la Grecia, con il Pil in flessione per il sesto trimestre consecutivo e con la disoccupazione al 12%, mentre il parlamento della Slovacchia, entrato in carica lo scorso mese, ha bocciato la propria partecipazione al contributo europeo salva-Grecia. Prosegue debole la moneta di eurolandia sull’avversione al rischio da parte del mercato che fa volare in alto le monete rifugio. Il cross eur/usd sosta ancora sotto quota 1,29 a 1,2825 mentre il cambio usd/yen scivola sui minimi da quindici anni a 85,26. In rimonta il franco svizzero con il cross usd/chf a 1,055. Tra i dati macro in calendario oggi ci sono in Usa le richieste sussidi disoccupazione settimanali e i prezzi import/export di luglio. In ribasso il prezzo del petrolio a 77,29 dollari al barile dopo i dati sulle scorte di greggio USA di ieri e nonostante l’Agenzia internazionale per l’Energia (AIE) abbia rivisto al rialzo le stime di crescita della domanda globale per il 2010 e 2011 sulla ripresa economica in atto, manifestando però preoccupazioni per la possibilità di un rallentamento a partire dalla seconda metà dell’anno. Sostenuto l’oro a 1.204 dollari l’oncia, per la sua natura di bene rifugio per eccellenza. L’indice FTSE IT All-Share e il FTSE Mib segnano entrambe un progresso dello 0,19%. Tra i segni più svettano Telecom e Campari, con un balzo di oltre il 2%. Bene Mediaset, Snam e Terna. Miste le banche, con Ubi in rialzo di mezza frazione di punto e Unipol in rosso di oltre il 2%, quest’ultima dopo il taglio del prezzo obiettivo da parte di Goldman Sachs a 0,65 da 0,89 euro. Piatta Azimut, dopo la debacle di ieri. Fonsai e Buzzi in coda al paniere Ftse Mib, sul downgrade rispettivamente di Goldman a sell da neutral (tp a 8,5 da 13 euro) e Ubs a neutral da buy. In panne la Fiat. Ieri il Lingotto ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione di un giudice di reintegrare tre operai di Melfi licenziati dalla società.
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