A metà seduta Piazza Affari si trova con gli indici ancora in ribasso, e in peggioramento rispetto all’apertura.
I future sugli indici americani sono in perdita e anticipano un avvio di giornata sul fronte opposto rispetto alla chiusura della vigilia.
Prese di beneficio, certo, ma non solo: i motivi di preoccupazione sono tanti.
Innanzi tutto c’è il timore di un’escalation della tensione nei rapporti Usa-Iraq. Questo porta il prezzo del petrolio nuovamente verso l’alto. Oggi il Brent, greggio di riferimento europeo, è tornato a sfiorare i $24 al barile.
Inoltre, si riaffaccia il rischio terrorismo con le rinnovate minacce di Osama Bin Laden all’Occidente.
Infine, resta alta la preoccupazione per la situazione economica nei paesi più industrializzati.
L’allarme è vivo anche in Europa.
La Banca d’Inghilterra teme un aumento dell’inflazione oltre il 2,5%.
In Germania, dopo la batosta di ieri dell’indice Zew (segna la fiducia segli operatori finanziari), si profila l’avvio della procedura per deficit eccessivo da parte della Commissione Europea, come ha annunciato il commissario agli affari economici e monetari, Pedro Solbes.
In Francia è in arrivo, sempre per lo stesso motivo, un primo avvertimento dalla Commissione europea.
In Italia la situazione, sempre secondo la Ue, “è pericolosa”.
E la stessa Unione europea deve fare i conti con la riduzione delle stime di crescita del prodotto interno lordo per il 2003 all’1,8% (dal 2,9% inizialmente stimato), e per l’anno in corso allo 0,8%.
In questa situazione dai contorni inquietanti, gli investitori sembrano non voler rischiare passi impegnativi, e restano alla finestra guardando lo snocciolarsi di risultati societari e di giudizi delle banche d’affari.
Non è un caso che gli analisti di SSSB abbiano abbassato raccomandazione e target price sul titolo Benetton: la decisione scaturisce dal fatto, hanno osservato, che i consumi in Italia non ripartono.
Sul Mib30 sono pochi i titoli a dare qualche soddisfazione a chi non ha scommesso al ribasso.
A distinguersi, con oltre cinque punti percentuali di aumento, c’è Saipem, accompagnata sulla strada del rialzo da Fiat, Italgas, Mediaset e IntesaBci.
Mediaset, all’indomani della trimestrale, è favorita dalle previsioni ottimistiche sui margini di profitto e sulla pubblicità. Inoltre, gioca a favore del titolo la caduta, in Francia, di Vivendi dopo indiscrezioni sulla controllata Canal Plus, e l’offerta per i diritti televisivi del campionato di calcio francese per il triennio 2004-2007.
IntesaBci vola grazie ai risultati migliori delle attese. Esattamente il contrario vale per San Paolo Imi, con i conti peggiori delle stime.
In generale, comunque, tutto il comparto bancario, il risparmio gestito e le assicurazioni sono in perdita.
Tra le banche c’è comunque fermento: il titolo Mps è stato sospeso in attesa, raccontano le voci delle sale operative, che vengano definiti tutti i particolari dell’Opa su Banca Toscana e Banca Agricola Mantovana.
Voci riguardano anche Antonveneta, che potrebbe annunciare oggi la fusione o la volontà di rastrellare la quota rimanente della controllata Interbanca. I due titoli sono sospesi.
Per oggi sono attesi i risultati di Capitalia.
In scaletta anche i dati trimestrali di Eni che perde quota nonostante il prezzo del petrolio in rialzo.
Le vendite colpiscono oggi il comparto tecnologico.
Il Numtel è quasi tutto in rosso, con anche Tiscali in perdita nel giorno della presentazione della trimestrale.
E sul Mib30 va giù Stmicroelectronics. In generale la debolezza del comparto è istigata dalla caduta, in Germania, dal titolo Infineon sulla convinzione che l’investimento previsto per la joint venture paritetica nelle memorie Dram, annunciata oggi con la taiwanese Nanya, sia “troppo elevato”.
Inoltre, non va dimenticato l’andamento fortemente ribassista, a Londra, di Cable & Wireless. Il titolo in mattinata ha perso fino a 31 punti percentuali dopo l’annuncio di una forte perdita prima delle imposte nel primo semestre dell’esercizio 2002/03 e di 3.500 tagli di posti di lavoro.
Sul Midex perde quota tra gli altri Alitalia.
Pesante la situazione del lusso e di Tod’s.
Tra gli altri titoli, Cirio è sospesa anche oggi, come accade dal 6 novembre scorso ininterrottamente. C’è il problema che il suo numero uno, Sergio Cragnotti, non intende dimettersi come invece è richiesto da Guido Roberto Vitale e dal gruppo Rothschild, i due consulenti che hanno posto questa condizione in cambio dell’accettazione dell’incarico di advisor.
Il ministro dell’Agricoltura Giovanni Alemanno si è detto questa mattina disponibile ad avviare un tavolo di confronto fra Cirio e le banche.
La controllata Lazio ha vissuto una mattinata sull’onda del recupero nonostante
l’imprenditore Ernesto Bertarelli abbia smentito l’interesse per l’acquisto della squadra.
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