Piazza Affari ha chiuso piatta, sui livelli registrati a metà giornata.
Merito di Wall Street, che dopo un avvio stentato ha girato in positivo grazie ai dati macro come Ism e gli ordini alle fabbriche a settembre, risultati migliori delle attese. Male invece i sussidi di disoccupazione settimanali, risultati in aumento.
Negli Usa rimane lo sconcerto per l’errore che ieri ha comportato il crollo dei mercati. Intanto, stando alle ultime notize, sembra che chi si è arricchito dietro “buy” troppo generosi sta per pagare il salatissimo conto agli investitori.
Il Mibtel ha chiuso a 16.455 punti (-0,19%)
Il Mib30 quota 22.184 punti (-0,12%).
Il Midex ha perso lo 0,88% a 19.780 punti.
Il Numtel ha chiuso a 1.072 punti (-2,01%).
L’indice più pesante rimane il Numtel, sempre più snobbato dagli investitori.
Occhi puntati su Enel ed Eni che hanno animato la giornata dopo le indiscrezioni su una possibile fusione tra le rispettive società di distribuzione (Terna e Snam Rete Gas). Se fosse vero, il temuto collocamento di una nuova tranche delle due società sarebbe scongiurato.
Fiat non ha subito più di tanto il dato negativo relativo alle immatricolazioni di nuove auto in Italia a settembre. Il Lingotto intanto si sta muovendo nel mercato dei paesi in via di sviluppo come l’India.
Male i tecnologico come Stmicroelectronics, il cui andamento è strettamente legato al profit warning di Amd, anche se qualcuno continua a puntare sul titolo della società italo-francese. Giù anche la controllante Finmeccanica, che ha avviato colloqui per accordi nel settore satellitare.
Tra i bancari spicca Mediobanca, mentre tutte i grandi istituti di credito hanno perso pesantemente terreno, compresa IntesaBci, protagonista di un mini rally a metà giornata.
Negative Capitalia, che piace a pochi analisti, così come la possibile pretendente Unicredito.
Sul Numtel male Freedomland e Tiscali, che ha chiuso appena sopra €4.
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