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PIAZZA AFFARI PEGGIORA PREDA DEL NERVOSISMO

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Piazza Affari amplia lo squilibrio dell’apertura e segue nella strada al ribasso la scia delle altre borse europee.

A questo peggioramento sta contribuendo l’andamento dei future sugli indici americani.

E non a caso.

Il pre-borsa negli Usa anticipa un forte nervosismo dei mercati di fronte essenzialmente a due fatti.

Il primo riguarda il dollaro, che ha perso quota nei confronti dell’euro, tanto da portare la valuta europea al massimo degli ultimi otto mesi.

Evidentemente l’andamento debole di Wall Street sta convincendo gli investitori a dubitare delle opportunità di investimento negli Usa.

Il secondo fatto riguarda i dati sulla fiducia dei consumatori, pubblicati ieri, che sebbene siano stati positivi non hanno tranquillizzato i mercati (vedi anche articolo).

Il nervosismo dunque è giunto anche in Europa, peraltro priva di spunti particolari.

In Italia continua a tenere banco la questione Fiat, con tutti i suoi risvolti.

Dopo una partenza molto positiva all’indomani dell’accordo con le banche sulla ristrutturazione del debito, il titolo del Lingotto ha ripiegato su valori di crescita più modesti e solo negli ultimi minuti ha trovato una nuova spinta.

Il mercato assiste a una grossa operazione finanziaria che tuttavia può avere pesanti implicazioni: sul fronte delle possibili dismissioni di Fiat Auto in particolare, ma anche sull’articolazione del gruppo stesso in futuro, visto il ruolo preponderante delle banche: in caso di mancato rispetto degli obiettivi di risanamento, queste potranno trasformare il prestito da €3 miliardi in azioni ordianarie, entrando, così, prepotentemente nel capitale Fiat, anche con un 30%.

Infine, la questione del management: secondo la stampa internazionale il vertice di Fiat sarebbe a rischio.

La cosa non riguarderebbe il presidente Paolo Fresco, il quale comunque si è affrettato a rinnovare la sua fiducia agli uomini che lo affiancano.

Sulla crisi della Fiat oggi è chiamato a parlare alla Camera il ministro del Lavoro Roberto Maroni, che risponderà a una interrogazione su quali saranno gli interventi, immediati e a medio termine, che il governo intenda adottare.

Oggi Standard & Poor’s ha annunciato che sta ancora rivedendo il rating sul debito di Fiat a breve termine per un possibile downgrade.

Le banche interessate al caso Fiat per ora si tengono in positivo, ma al di sotto del mezzo punto percentuale, mentre risultano in deciso ribasso Bnl e Bipop Carire.

C’è da dire, comunque, che Credit Suisse First Boston ha ribadito il consiglio di “Overweight”, cioè sovrapesare, sul sistema bancario italiano: gli utili potrebbero crescere nella seconda parte dell’anno e nel 2003.

La spinta potrebbe arrivare dal rialzo dei tassi nel terzo trimestre e da un miglior clima sui mercati finanziari. Fra i titoli preferiti IntesaBci, Popolare Verona Novara, Mps e Bnl.

I telefonici sono negativi.

Telecom Italia è interessata al fatto che, come scrive il Financial Times, l’editore australiano-britannico Rupert Murdoch starebbe studiando l’acquisizione di Tele+ da Canal Plus, controllata dal gruppo franco-americano Vivendi Universal.

L’operazione verrebbe realizzata insieme a Telecom Italia, e porterebbe Murdoch a controllare la pay tv italiana (insieme i due controllano già Stream).

In ribasso anche Tim. Oggi la società di telefonia mobile ha firmato un accordo con la società Anoto per sperimentare in Italia un nuovo servizio di invio di testi scritti a mano attraverso Sms ed e-mail senza usare il computer.

Molto bene Mediaset, a dispetto del fatto che l’operazione di Murdoch di cui sopra potrebbe rappresentare un pericolo.

In ogni caso un report di Morgan Stanely ha alzato il giudizio sul titolo consigliando l’acquisto ai propri clienti.

Pesante Stmicroelectronics, nonostante le previsioni del gruppo che produce semiconduttori.

Pesa evidentemente la decisione di Merrill Lynch di abbassare le stime di utile per azione per l’anno in corso di Intel, che è il più grande produttore mondiale di chip.

Sul Midex si comporta bene Alitalia, all’indomani dell’assemblea straordinaria che ha dato il via libera al piano di ricapitalizzazione della compagnia di bandiera per €1,8 miliardi e alla luce dell’intervista al presidente di Air France.

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