(Teleborsa) – C’è panico pura a Piazza Affari questa mattina. Il risveglio oggi non è stato per nulla confortante per i mercati europei, che hanno avviato le contrattazioni in pesante ribasso, per i timori di un allargamento della crisi che imperversa in Europa. La chiusura negativa di Wall Street e la pessima performance tracciata da Tokyo e dal resto dell’Asia non hanno facilitato la situazione nel Vecchio Continente. In primo piano resta la questione della solidità dell’Eurozona, in un momento molto delicato, in cui i Governi dei Paesi membri dell’area della moneta unica stanno mettendo a punto le rispettive manovra di bilancio. E’ arrivata così come un ciclone la notizia, ieri, del commissariamento di un grande Istituto spagnolo, Cajasur, che ha minato il’intero settore finanziario europeo. Il tema della crisi è stato al centro anche dei discorsi fra i delegati USA in missione a Bejing ed il Premier cinese Hu Jintao, che hanno messo da parte la questione della liberalizzazione dei cambi, per dare la precedenza alla valutazione dei possibili riflessi della crisi. Intanto, l’euro continua a cadere sui mercati valutari, scambiando a 1,228 sul dollaro e cedendo il passo alle cosiddette valute rifugio., Oltre al biglietto verde si apprezza infatti lo yen. L’andamento dei cambi e le deboli prospettive dell’economia sono i principali fattori responsabili della caduta dei mercati delle commodities, con il petrolio che è scivolato a 68,4 dollari al barile. A Milano è panic selling e nel paniere principale non spunta alcun segno positivo, anche se le vendite colpiscono più duramente i finanziari ed i settori legati alle materie prime. L’indice FTSE All Share segna una discesa del 3,31% a 18987,18 punti ed il FTSE MIB del 3,43% a 18399,53 punti, Male anche il FTSE Mid Cap che cede il 2,13% a 21840,6 punti ed il FTSE Star l’1,46% a 10098,64 punti. Non c’è più fiducia per le banche, che scontano la crisi internazionale oltre al rapporto dell’ABI sul settore, pubblicato la vigilia. Il quadro fornito dall’Associazione Bancaria Italiana non è certo roseo, evidenziando un massiccio calo degli utili nel 2009 che va aggravandosi nel primo trimestre di quest’anno. Il 2010 sarà dunque un’altro anno difficile, secondo quanto confermato dal Direttore Generale Giovanni Sabatini. Fra i titoli più sacrificati c’è Unicredit, assieme a Intesa Sanpaolo e Banco Popolare. Nel risparmio gestito soffre Azimut. Doccia gelata per gli oil che scontano la caduta delle quotazioni del greggio. Eni, Tenaris e Saipem evidenziano performance pessime, mentre tiene meglio la raffinazione con la ERG. Tengono meglio le utilities grazie alla loro natura parzialmente difensiva. Terna, Snam ed A2A contengono le perdite, mentre fa peggio l’Enel nonostante le indiscrezioni sull’arrivo delle offerte per Endesa. Campari è mesta in avvio anche se si classifica quale miglior titolo del paniere principale, per poi progressivamente peggiorare con il mercato. Occhi puntati su Mediterranea Acque che ieri era rimasta sospesa dalle contrattazioni in attesa di una nota. Ieri sera, la controllante Iride Acqua e Gas ha annunciato la sigla di un accordo con il Fondo F21 ed il lancio di un’OPA totalitaria a 3 euro per azione su Mediterranea delle Acque. L’operazione porterà al delisting del titolo, che aveva chiuso l’ultima sessione utile a 2,63 euro.
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