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PIAZZA AFFARI NON HA SANTI E CHIUDE CON UN TONFO

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Piazza Affari ha terminato la giornata sopra i minimi intraday, ma in ogni caso con una caduta verticale, che porta nuova sfiducia su un mercato che dall’inizio dell’anno ha perso circa il 37%.

Un mercato pericoloso, come dicono gli esperti, in cui le opportunità sono appannaggio di piccoli e grandi speculatori particolarmente scaltri in un mercato che definire ribassista è ormai un eufemismo.

Il Mibtel ha chiuso a –4% a 16.094 punti.
Il Mib30 ha chiuso a –4,37% a 21.577 punti.
Il Midex si è fermato a –3,08% 19.900 punti.
Il Numtel si è fermato a –5,04% a 1.075 punti.

Un brivido è infatti corso sulla borsa meneghina, che oggi ha provato sul corpo ormai nudo la zampata violenta dell’orso.

Che l’inizio settimana non portasse niente di buono lo si era inutito sin dal debole avvio e dal passaggio in profondo rosso di metà giornata.

I compratori si sono dileguati, aggravando la situazione di interi comparti del listino, tra cui ad esempio i finanziari, colpiti piu’ di altri da una crisi che non sembra aver trovato ancora il fondo.

Non hanno aiutato nemmeno i dati provenienti dal fronte macroeconomico statunitense, con il Chicago Pmi di settembre che si e’ rivelato nettamente inferiore alle stime, portando il Dow Jones ad accelerare al ribasso, fino a toccare il minimo degli ultimi 4 anni. Wall Street ha subito anche lo smacco del blocco degli ordini automatici di vendita sul NYSE, una misura per evitare gli eccessi di ribasso.

E le premesse per i mercati statunitensi non erano certo le migliori se si pensa che il terzo trimestre, conclusosi venerdi’, ha avuto un epilogo decisamente triste. Le preoccupazioni continue sulla ripresa degli utili societari, unite alla raffica di downgrade che non ha risparmiato nessun settore, ha portato il Dow Jones a cedere il 16,68%, il Nasdaq a indietreggiare del 18,06% e l’S&P 500 a registrare un ribasso del 16,41%.

Così Piazza Affari è stata preda degli arbitraggisti, con i fondi impegnati a vendere opzioni future e gli speculatori in acquisto per poi mettersi in lettera sui corrispondenti titoli azionari. Insomma una debacle che non da oggi giustifica la fuga sempre piu’ massiccia dell’invesitore retail dal mercato azionario.

Nel dettaglio a Milano le vendite non hanno risparmiato nessuno, neanche i titoli del petrolio che in questa particolare fase con mercati incerti e petrolio pronto a schizzare in caso di guerra dovrebbero costituire la zattera di salvataggio.

“Sembrano i saldi di fine stagione – ha commentato un qualificato trader milanese che opera per una banca estera e che ha chiesto l’anonimato per politica aziendale – e impressiona particolarmente il calo degli energetici in un mercato dove non ci sono più reti. Entrare a questo punto è pericolosissimo ed è meglio stare alla larga dai listini”.

I più colpiti sono stati i finanziari e i TMT particolarmente volubili in queste condizioni di totale incertezza. I bancari devono, infatti, fare i conti con le svalutazioni di portafoglio e le ricoperture per le perdite del risparmio gestito, mentre gli assicurativi , anch’essi bastonati malamente, cedono dietro l’ennesima società, questa volta francese, che è costretta a chiedere soldi al mercato per non portare far quadrare i conti.

Tra gli istituti di credito, Bnl è scesa al minimo storico e continua ad essere al centro delle infinite voci su una fusione con Mps.

In caduta libera anche IntesaBci, ai minimi degli ultimi cinque anni, sul riaffacciarsi di vecchi problemi legati a un covered warrant put che sta facendo penare la banca ora in mano a Corrado Passera.

A fondo sono finiti anche i titoli del risparmio gestito, con Fineco che ormai scambia a €0,38.

Sono andati a fondo anche i telefonici, gli industriali, i tecnologici, con Stmicroelectronics in prima fila, cosi’ come il lusso.

E’ sceso sul Midex anche Tod’s nonostante il giudizio di Ubs.

E a dispetto del prezzo del petrolio che continua a crescere, Eni è in deciso ribasso.

Tra le eccezioni dei titoli che hanno provato a muoversi al rialzo fra i trenta a maggiore capitalizzazione, troviamo Snam Rete Gas e Autostrade, entrambi sulle quote della vigilia al termine della seduta.

Sul Nuovo Mercato un paio di titoli hanno chiuso in leggera controtendenza ma con bassi volumi, mentre Tiscali è andato sotto i €4, cercando comunque di non andare a fondo.

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