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PIAZZA AFFARI: MIBTEL CHIUDE SOTTO I 20.000 PUNTI

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Piazza Affari ha chiuso sui minimi una giornata terribile: l’Orso, arrivato sin dall’avvio di giornata, ha fatto molte vittime.

Solo pochi titoli sono sfuggiti alla morsa delle vendite, grazie ad alcune notizie positive giunte nel corso della giornata.

La seduta borsistica internazionale è stata caratterizzata dalla debaclé della francese Vivendi Universal, sospesa dal Cac40 per eccesso di ribasso dopo la decisione di Moody’s, seguita dall’altra agenzia di rating S&P’s, di tagliare il giudizio sul debito del colosso media francese a “junk”.

L’azione, dopo vari tentativi e un picco negativo a -40%, è stata riammessa con un calo del 25%.

L’effetto si è fatto sentire su tutti i Tmt, e in particolare sui media.

La cautela di Wall Street, che ha aperto incerta dopo il tonfo di lunedì, ha subito lasciato il posto alle vendite diffuse, a tutto discapito di tlc e tecnologici.

Lo scivolone del Nasdaq, sceso ampiamente sotto i minimi dello scorso 21 settembre, avrà come effetto immediato il ridimensionamento della forza lavoro Usa, con pesanti ripercussioni anche sui consumi.

E anche se la fiducia dei consumatori Usa rimane alta c’è da aspettarsi un lungo periodo di vacche magre.

La Zona Euro, la cui disoccupazione rimane invariata, per adesso non sembra soffrire.

Il Mibtel è sceso a 19.943 punti (-2,66)
Il Mib30 ha toccato quota 27.210 punti (-2,94%).
Il Midex ha ceduto l’1,83% a 25.153 punti.
Il Numtel ha chiuso a 1.439 punti (-4,70%).

Il comparto peggiore è stato quello dei bancari e dei titoli finanziari. Il timore di un congelamento degli investimenti e dei consumi ha tolto linfa vitale a Capitalia, Bnl, IntesaBci, solo per citarne alcuni. Colpo di coda, nel finale, per Banca Mps, la cui fusione con Bnl è sempre oggetto di speculazione.

Stesso quadro desolante per il risparmio gestito, sebbene Bipop Carire abbia dimostrato una certa tenuta.

Tra i peggiori si è confermata Mediaset, che, oltre all’effetto Vivendi, continua a scontare le indiscrezioni su possibili alchimie contabili effettuate nel 1994 e il possibile calo della raccolta pubblicitaria.

In evidenza invece Italgas e Snam Rete Gas. Le due controllate Eni si sono fatte apprezzare per la loro natura difensiva. In particolare Italgas ha visto crescere il proprio valore in vista della decisione del Consiglio di Stato sulle tariffe stabilite dal Garante del settore. In leggera difficoltà invece Aem Milano, al secondo giorno di contrattazioni sul principale listino.

Diverso il discorso per i titoli telefonici. Tim e Telecom Italia hanno cercato di tenere importanti supporti, con alterne fortune.

In appoggio dei due titoli sono arrivate le indiscrezioni sulla possibile cessione di Ericsson e il sostegno di una importante banca d’affari come Deutsche Bank, che ha confermato il giudizio “buy” e target sul prezzo dei titoli molto ambiziosi.

Ha tenuto bene Fiat, rinvigorito dalla conferma dei buoni rapporti con General Motors. Chiusura in rosso invece per gli altri industriali come Pirelli e Finmeccanica, trascinato in basso dalla controllata Stmicroelectronics, sensibile alle oscillazioni del Nasdaq.

Il Midex hanno tenuto Benetton e Tod’s, mentre il segno meno ha segnato la giornata di editoriali come Espresso e Mondadori e di Alitalia.

Sul Nuovo Mercato, ribasso, tra gli altri, per Tiscali che è scesa fino a €5,74, mentre sono continuate le speculazioni su Vitaminic, cresciuto senza apparenti motivi e sospeso in chiusura di seduta

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