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PIAZZA AFFARI IN ROSSO, TENGONO ENERGETICI E MPS

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Un inizio di settimana così brutto non se lo ricordava quasi nessuno. Ma per investitori e operatori quella di oggi è stata una giornata che non si può dimenticare, scandita da quella sottile linea rossa che ha riscritto i minimi degli ultimi mesi.

Le ragioni sono molteplici. Una situazione tecnica pesantemente ribassista, la scadenza tecnica dello stacco di 18 cedole che hanno appesantito gli indici italiani, il calo di colosso telefonici come Deutsche Telekom e France Telecom, e soprattutto gli elevati volumi e l’incremento di volatilità, che hanno rafforzato la tendenza del mercato.

Chi sperava in un aiuto da Wall Street è rimasto deluso: il nervosismo di New York ha portato la borsa Usa a toccare i minimi del dopo 11 settembre per Dow Jones e Nasdaq.

In Italia, invece, il Mibtel a metà giornata ha bucato il supporto psicologico a quota 20.000 punti.

Adesso c’è chi invoca un nuovo ritocco al ribasso per i tassi Usa, unica manovra per contrastare lo strapotere dell’euro, arrivato a $0,98, a un passo dalla parità.

I consigli su dove investire si sprecano, mentre le banche d’affari continuano a predicare ottimismo e invitano a comprare.

Il Mibtel è sceso a 19.725 punti (-2,71)
Il Mib30 ha toccato quota 26.793 punti (-2,90%).
Il Midex ha ceduto il 2,37% a 25.157 punti.
Il Numtel ha chiuso a 1.524 punti (-2,56%).

I Tmt, neanche a dirlo, sono stati i settori più penalizzati: Stmicroelectronics ha galleggiato sui €23, dimostrando comunque una certa tenuta. Oggi la Commissione Europea ha approvato l’acquisizione di Alcatel Microelectronics, la divisione della francese Alcatel.

La controllante Finmeccanica, dopo aver illuso alcuni trader, è crollata nella seconda parte della giornata.

Anche per i titoli di Tronchetti Provera oggi sono piovuti ordini di vendita: la filiera Pirelli ha lasciato sul terreno punti pesanti.

Sull’andamento di alcuni titoli hanno pesato le indiscrezioni sul futuro dell’affaire Stream-Telepiù e il balletto di smentite e conferme sulle accuse di insider trading relative al 1999.

Tra i meno peggiori, cioè tra coloro che sono riuscite a limitare i danni, ci sono gli energetici come Snam Rete Gas e Italgas. Molto bene anche Eni, dopo che i Paesi dell’Opec sembrano intenzionati a non tagliare il prezzo del petrolio

Fiat, nonostante il parere positivo di alcune banche d’affari, ha lasciato oltre il 4%.

Male i bancari, con la sola eccezione di Banca Mps.

Stessa sorte anche per Enel dopo che il Consiglio di Stato ha approvato la posizione dell’Antitrust, ma non ha obbligato Enel a cedere il quarto gruppo di centrali per la produzione di centrali elettriche. La società energetica fa sapere che “considera comunque positiva la conferma dell’azzeramento delle condizioni precedentemente imposte”.

Occhi puntati anche su Marzotto e soprattutto su Freedomland sospesa per tutta la seduta e per l’After Hours in attesa di un comunicato.