Novità in casa Ifis, Istituto di finanziamento e sconto Spa, che si prepara a cancellare dal listino i titoli privilegiati. La società, quotata al Mercato Ristretto di Piazza Affari, è controllata da Clara Agnelli e da suo figlio, Sebastiano Fustemberg.
A Piazza Affari, la società veneta, che pur essendo in mano a un ramo della famiglia Agnelli è comunque completamente autonoma e indipendente dal gruppo Fiat, ha conosciuto nell’ultimo anno una crescita esponenziale. Il titolo ha toccato il suo minimo il 10 febbraio del 2000 a €0,8953 e oggi quota €5,39 con una crescita in poco più di un anno del 506%.
“L’interesse che si è creato sul titolo – commenta a WallStreetItalia l’amministratore delegato della Ifis, Giovanni Bossi – ci spinge a voler dare più visibilità e trasparenza all’azienda e per questo abbiamo proposto agli azionisti la conversione delle privilegiate”.
All’inizio della settimana il consiglio di amministrazione ha deliberato di sottoporre agli azionisti la proposta di conversione delle azioni privilegiate in azioni ordinarie, da effettuarsi alla pari gratuitamente ed in forma obbligatoria.
Dopo la conversione, l’assetto azionario non subirà modifiche di rilievo, in quanto l’azionista di riferimento, La Scogliera Spa, che oggi detiene il 93,62% del capitale ordinario e il 50,78% del capitale privilegiato, continuerebbe a detenere il 72,20% del capitale totale post-conversione.
Il flottante delle azioni privilegiate pre-conversione è oggi pari a 49,22%; il flottante delle azioni post conversione sarebbe pari al 24,61%.
Ma la società ha in serbo anche altre novità tra cui quella di trasformarsi in banca, il cui nome probabilmente sarebbe proprio Banca Ifis, per cui è già stata presentata la domanda alla Banca d’Italia.
La Ifis è infatti attiva nel factoring, ossia l’outsourcing della riscossione dei crediti. In altre parole, le società cedono i loro crediti alla Ifis, che anticipa l’importo, e poi la stessa si preoccupa di riscuotere le somme dovute.
La volontà di trasformarsi in istituto privato, per cui è stata presentata la domanda nell’agosto 2000 “nasce dall’esigenza di poter dare ai clienti più servizi rispetto a quelli che attualmente abbiamo. Tra le altre cose, per noi è importante snellire le procedure di pagamento per cui al momento ci appoggiamo a banche esterne – aggiunge l’amministratore. Inoltre, la trasformazione in istituto di credito ci darebbe accesso a maggiori risorse finanziarie”.
La conversione delle azioni privilegiate in ordinarie avvicinerebbe il flottante della Ifis al 25%, soglia minima per poter entrare nel mercato principale.
“Al momento stiamo guardando con interesse la possibilità di sviluppare la visibilità della società” ha detto Bossi.
La società ha chiuso il 2000 con un utile di 3 miliardi di lire in crescita del 52,7% rispetto al precedente esercizio e il dividendo è stato di 80 lire per le privilegiate e di 30 lire per le ordinarie.
L’amministratore delegato ha inoltre anticipato che per quanto riguarda l’inizio del 2001 i primi dati in suo possesso sono positivi e in particolare per quanto riguarda “il volume dei crediti acquistati, il turnover, che – conclude Bossi – è raddoppiato rispetto ai primi due mesi del 20001”.