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PIAZZA AFFARI HA CHIUSO PIANGENDO LACRIME AMARE

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Piazza Affari ha chiuso in avvitamento con il Mibtel pesantissimo in perdita del 2,29%, il Mib30 in calo del 2,18%. Per il Midex –1,88%, mentre l’indice Numtel, che tasta il polso del Nuovo Mercato, ha perso il 7,33%. E’ stato un bagno di sangue che ha lasciato indenni solo pochi titoli.

La seduta si è affossata sotto il peso delle vendite, che per alcuni operatori sono state dettate dal panico. Del resto l’andamento della borsa americana non ha fornito motivi per tentare un rimbalzo.

Ora il mercato spera, attende, spinge per un ribasso dei tassi di interesse, e guarda avidamente alla data del 21 gennaio: quel giorno si riunirà la Federal Reserve, Banca Centrale americana. Molti operatori sostengono che per riavviare il motore della ripresa USA sia necessario un taglio di almeno mezzo punto del costo del denaro. Forse ormai nemmeno quello potrebbe bastare, afferma l’analista di una primaria Sim. Ma la grande incognita resta Alan Greenspan.

Il presidente della Fed si trova a operare in un clima politico assai diverso dal precedente. Il 20 gennaio si insedierà il nuovo inquilino della Casa Bianca, George W. Bush, e non è un mistero che tra i due non ci sia feeling. Lontano, si avvertono anche voci di una possibile uscita di Greenspan dal tempio del dollaro.

In questo quadro Wall Street scivola, e le altre Borse seguono a ruota senza opporre resistenza. Anche a Piazza Affari come altrove si è verificata la fuga dalla New Economy. Ma non si può dire che ci sia stata una molteplicità di approdi alternativi: anche tra le azioni della Old Economy, quelle che hanno chiuso in rialzo sono state davvero una manciata.

Ecco una carrellata sui titoli che più hanno movimentato gli scambi.

Nel comparto degli energetici, Eni è stato il miglior titolo del Mib30 (+0,93% a 6,83 euro). E’ stato spinto al rialzo perché è considerato un titolo rifugio; inoltre ha dato forza la notizia che l’Opec ha raggiunto un consenso per tagliare la produzione di greggio in occasione della riunione del 17 gennaio prossimo. Ciò renderebbe il petrolio un bene più prezioso, e quindi più caro, portatore di maggiori profitti per le società petrolifere.

Nel comparto dei bancari, Banca di Roma ha chiuso dignitosamente con +0,60% a 1,17 euro. Secondo un operatore di mercato il titolo ha i numeri per essere considerato un buon investimento sul medio periodo e per arrivare a 1,70 euro.

Sempre nel comparto dei bancari, San Paolo Imi si è ripreso nel finale e ha chiuso a +0,39% a 16,75 euro.

Nel comparto degli assicurativi, Alleanza non ce l’ha fatta a chiudere con il segno più e ha terminato con un ribasso dell’1,26% a 16,6 euro.

Nel comparto degli industriali, Finmeccanica è andata giù fino a perdere il 4,52% a 1,12 euro. Il titolo soffre sulla scia della partecipata StMicroelectronics (-7,43% a 39,25 euro), sensibile all’andamento del comparto tecnologico USA.

Nel comparto degli editoriali, Espresso ha subito un tracollo (-12,16% a 7,50 euro). Tutto il settore editoriali-media è in picchiata e sta in buona compagnia con i titoli similari europei.

Nel comparto dei telefonici, è stata una pessima giornata anche per Tim che ha lasciato sul terreno il 5,85% a 8,02 euro. Tra i valori della galassia di Roberto Colaninno ha pianto lacrime amare Seat (-10,99% a 1,92 euro), vissuto dal mercato come un titolo Internet più che un editoriale.

Nel comparto del Nuovo Mercato, che ha visto un bagno di sangue, Tiscali è arretrata ancora: il titolo ha lasciato il 12,43% e ha chiuso a 14,55 euro.