Piazza Affari ha archiviato una seduta all’insegna dell’orso, sulla quale hanno pesato la mancanza di certezze sull’atterraggio dell’economia USA, l’effetto Orange e il downgrade sui titoli editoriali.
Gli indici di borsa hanno chiuso con perdite pesanti: Mibtel -1,35%, Mib30 -1,45%, Midex -1%, Numtel -3,31%.
“Il mercato sta prendendo una direzione precisa, che è quella ribassista – ha affermato il trader di una Sim milanese – guarda i fondamentali e capisce che le quotazioni erano troppo tirate, quindi prende le distanze anche perché dall’America i segnali che arrivano non sono positivi”. L’operatore ha ricordato anche la prossimità con la scadenza opzioni di venerdì prossimo, che spiega a maggior ragione il disimpegno da alcuni settori. “Il mercato è orso – ha aggiunto – anche se ciò non esclude qualche rimbalzo, magari nei comparti che hanno sofferto di più”.
I telefonici sono stati tartassati. Un titolo fra tutti: TIM (-3,99% a €7,37) che ha visto oltre 64 milioni di pezzi scambiati e un ribasso finale di oltre il 4,5%. (Vedi Tlc: Orange lascia l’amaro in bocca e anche Piazza Affari: TIM mai cosi’ in basso dal 1999)
“L’andamento negativo dei mercati è legato ai nuovi valori che verranno dati alle società telefoniche dopo il flop del debutto di Orange – ha commentato a WallStreetItalia un altro operatore – ma credo che la reazione sia eccessiva per alcuni titoli, primo fra tutti TIM”.
Telecom Italia ha chiuso pesante, -2,27% a €12,08. Verso fine giornata è giunta la notizia della firma dell’accordo con Wind per l’apertura dell’ultimo miglio. Telecom Italia non sarà più la sola a portare materialmente i cavi nelle case dei clienti, ma apre alla concorrenza abbandonando l’ultimo pezzo di monopolio che le restava. (Vedi Tlc: Telecom apre a Wind sull’ultimo miglio)
Gli editoriali hanno condiviso con i telefonici la giornata no dopo che la banca d’affari americana Lehman Brothers ha rivisto al ribasso i target sul prezzo di gran parte delle societa’ televisive e non solo dell’Europa. In Italia ne ha fatto le spese il titolo Mediaset (-6,55% a €11,40). (Vedi Editoria: Lehman rivede al ribasso titoli europei e Piazza Affari: Mediaset non sconta solo Lehman)
Pesante anche il comparto dei titoli industriali e tecnologici. STMicroelectronics ha terminato con un ribasso del 4,63% a €42,80. (Vedi Piazza affari: pesante ribasso per STM)
Tra tanti segni meno si è distinto il rialzo di ENI (+2,50% a €7,27): non solo come titolo rifugio in una giornata ispirata al ribasso, ma anche sulla scia delle nuove possibilità di crescita in veste di leader del consorzio che sfrutterà l’enorme giacimento kazako. (Vedi Piazza Affari: Eni vola sul giacimento kazako)
In crescita anche San Paolo Imi (+0,57% a €17,41), nel settore bancario. (Vedi Banche: San Paolo Imi, C. Lyonnais conferma ‘Add’)
Sempre nel settore del credito, ha guadagnato qualche punto BNL (+0,60% a €3,87), sulla scia dei risultati di bilancio per il 2000. (Vedi Utili: Bnl, +18,5% nel 2000 a 921 miliardi di lire)
Sul Nuovo Mercato i rialzi sono stati davvero pochi. I risultati per il 2000 migliori delle aspettative sono riusciti comunque a risollevare nel finale Data Service, che ha guadagnato lo 0,30% a €47,45. (Vedi Utili: Data service , +107% a 16 miliardi di lire nel 2000)
Tiscali (-4,90% a €18,39) ha fatto un tonfo dopo l’ultimo avvicendamento all’interno del management. (Vedi Internet: Si è dimesso il presidente di Liberty Surf)
eBiscom è crollata vicino a €111 (-2,61% a €111,20), dopo che qualche settimana fa era salita a quota €130 e oltre. Non sono state d’aiuto le voci di nuove acquisizioni all’estero. (Vedi Internet: eBiscom punta a 2° acquisizione tedesca)