Economia

Piazza Affari, fine settimana in caduta libera

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(Teleborsa) – Chisura in caduta libera per Piazza Affari, che non è riuscita mettere un argine al mare di vendite da cui è stata investita. In realtà la giornata per le piazze finanziarie mondiali, stamane, è già iniziata sotto una coltre di vendite ed è stato un crescendo al ribasso con il panic selling che ha investito tutte le principali piazze finanziarie. I mercati ancora non hanno digerito i problemi debitori di alcuni Stati membri dell’UE dopo il crollo della Grecia. Il piano messo a punto dalla Unione Europea nel fine settimana scorso non è riuscito a dissipare i timori degli investitori. Ad appesantire questa giornata plumbea, ci ha pensato poi nel pomeriggio un avvio al ribasso della borsa di Wall Street, che ancora continua a propendere dalla parte delle vendite. Sul fronte macroeconomico non hanno risollevato il sentiment neanche i dati a stelle e strisce. La salita delle vendite al dettaglio di aprile che batte le stime del mercato è rimasta quasi inosservata. Nello stesso mese è salita anche la produzione industriale che in questo caso è risultata in linea con le attese degli analisti. E’ migliorata a maggio la fiducia dei consumatori USA, redatta dall’ Università del Michigan che si è attestata a 73,3 punti dai 72,2 punti del mese precedente, anche se il dato risulta leggermente inferiore alle attese degli analisti che lo avevano stimato in salita a 73,5. Sul valutario, giornata nera per l’euro che non arresta la sua caduta nei confronti del biglietto verde. La moneta unica ha continuato ad arretrare fino a quota 1,2356 posizionandosi al bottom registrato nell’ultima parte dell’anno 2008. Ora il cambio tra la divisa europea ed il biglietto verde è 1,2382 USD registrando una discesa dell’1,11%. Ancora una volta le paure che il programma di salvataggio predisposto dall UE non riesca ad evitare la crisi, si ripercuotono anche sulla divisa di Eurolandia. A Milano il paniere principale è tutto completamente tinto di rosso. L’indice FTSE All Share indietreggia del 5,05% a 20,398,04 punti mentre l’indice FTSE MIB crolla del 5,26% a 19.781,17 punti. Rosso profondo per FTSE Mid Cap che cede il 3,65% a 23.012,74 punti. Non si salvano dalle vendite neanche le STAR che registrano nel finale un -2,95% a quota 10.668,33. Geox è la peggiore del listino. Il titolo fa un tonfo del 10,69%, dopo aver subito anche una sospensione per eccesso di ribasso. A pesare su Geox l’annuncio dei conti del primo trimestre 2010, in cui la società ha visto il suo utile netto scendere a 53,6 milioni di euro rispetto ai 72,4 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. In discesa anche i ricavi, che nel periodo registrano una diminuzione del 13% 333,1 milioni di euro. Giornata da dimenticare per le banche , soprattutto UBI Banca che annunciato un utile netto in crescita, ma un calo dei proventi operativi e del margine di interesse. In rosso profondo anche Intesa San Paolo. Il Gruppo nel primo trimestre 2010 ha registrato un utile netto consolidato pari a 688 milioni di euro, rispetto ai 543 milioni del quarto trimestre 2009 (+26,7%), ai 674 milioni del terzo trimestre 2009, ai 513 milioni del secondo trimestre 2009 e ai 1.075 milioni del primo trimestre 2009 (che aveva beneficiato di 511 milioni di rilascio di imposte differite). La Popolare Milano sconta invece il taglio del Target Price operato da Credit Suisse a 5,3 da 6,3 euro. Giornata sofferta anche MPS all’indomani dei conti ed in vista della futura emissione di un nuovo covered bond da 4 miliardi. Il vortice dele vendite avvolge anche Unicredit. Non fanno meglio gli assicurativi, con Unipol che risente del calo degli utili del trimestre, ignorando il nuovo Piano incentrato su un recupero di redditività. Peggio fa Fondiaria-Sai. In retromarcia anche Atlantia, nonostante abbia annunciato un utile netto in salita nel primo trimestre. In rosso anche Parmalat che a mercati chiusi ha annunciato i conti registrando un utile netto in calo. Gelo sui petroliferi che accusano l’impatto del calo delle quotazioni del greggio poco sopra i 71 dollari al barile. Nel settore della raffinazione giornata negativa per Saras, dopo aver riportato un aumento della perdita. Non riesce ad arginare le vendite ERG nonostante abbia ha visto conti in miglioramento. Sul completo, brillante Risanamento, dopo aver annunciato un ritorno all’utile nel trimestre per 40,3 mln di euro. Rosso profondo per Amplifon in scia ad un downgrade di Goldman Sachs a “neutral” da “buy”. Argina le vendite MARR, che chiude con ribassi frazionali. La società ha visto crescere utili e ricavi nei primi tre mesi dell’anno.