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PIAZZA AFFARI CHIUDE TRAVOLTA DA WALL STREET

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Piazza Affari ha chiuso in rosso trascinata verso il basso principalmente dai titoli telefonici e da quelli del risparmio gestito, ma le vendite sono state generalizzate sull’onda dei forti cali a Wall Street dove il Nasdaq è sceso sotto la soglia psicologica dei 1900 punti.

Il Mibtel ha perso l’ 1,9%, il Mib30 l’ 1,8% e il Numtel l’ 1,1%.

Ha pesare sono stati soprattutto i settori dei telefonici, del risparmio gestito e anche Fiat. Tutto il settore auto europeo è stato venduto pesantemente dopo il profit warning di Ford. (Vedi Auto: Ford taglia 5.000 posti e lancia ‘warning’)

Come le altre borse europee, anche Milano ha aperto positiva con un leggero rimbalzo tecnico per poi virare in rosso velocemente dietro ai future sugl’indici USA che indicavano un’apertura negativa a Wall Street.

Tra i titolo tecnologici, STMicroelectronics ha perso circa il 2%. Il titolo aveva aperto con un leggero rialzo rimbalzando dopo le perdite di giovedì. (Vedi Piazza Affari: STM viaggia verso i €36).

Anche Tiscali ha perso l’ 1,5%. Le perdite si aggiungono al crollo di giovedì sulla notizia che l’ISP sardo ha anticipato la scadenza dei lockup.

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Sempre sul Nuovo Mercato, il secondo titolo per capitalizzazione dopo Tiscali, eBiscom, ha perso anch’esso il 2%, mentre Vitaminic, Freedomland e Cad it hanno guadagnato leggermente.

Sul Mib30, Fiat ha perso circa il 2% dopo il profit warning di Ford mentre il gruppo petrolifero Eni ha ceduto più del 2% perché l’Opec non ha tagliato la produzione di greggio.

Sui telefonici hanno pesato ancora i cali di Deutsche Telekom, che durano da quando Deutsche Bank ha venduto un pacchetto di oltre €900 milioni per un cliente. Il titolo del gruppo telefonico ha perso circa il 30% nell’ultima settimana e cede terreno anche oggi.

A Milano Pirelli e Olivetti hanno ceduto circa il 3%
mentre TIM e Telecom Italia hanno perso circa il 2,5%.

Forti cali anche anche nel settore del risparmio gestito: Fideuram e Bipop hanno perso circa il 3% mentre Mediolanum ha perso intorno al 5%.

Ma le vendite sono state generalizzate, con anche dei titoli ‘rifugio’ come Generali venduti del il 2%, segno che il pessimismo è generalizzato.

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