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PIAZZA AFFARI CHIUDE SUI MINIMI, TLC GIU’

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Piazza Affari ha chiuso sui minimi di giornata una giornata molto nervosa.

Dopo l’apertura in calo di Wall Street, che ha tenuto meglio di quanto si pensasse, il mercato italiano aveva cercato di recuperare le perdite incassate in apertura e a metà giornata, ma non è stato così.

Il caso WorldCom, che ha chiesto l’amministrazione controllata, e una serie profit warning provenienti da colossi come Aegon e Hugo Boss hanno depresso i listini italiani e nel finale hanno spinto gli indici sui minimi di giornata.

Sul fronte interno, invece, si sono registrate notizie positive sul fronte dei prezzi, che secondo l’Istat, sono sostanzialmente fermi. Su base annua l’inflazione è ferma al 2,2%, mentre su base mensile l’aumento è dello 0,2%.

Il Mibtel è sceso a 17.938 punti (-3,50%)
Il Mib30 si è fermato a 24.127 punti (-3,98%).
Il Midex ha perso il 2,07% a 23.127 punti.
Il Numtel ha chiuso a 1.333 punti (-2,56%).

Segnali contrastanti sono giunti dai titoli della scuderia Pirelli.

La società di Bicocca ha chiuso in rialzo, perdite contenute invece per Olivetti e Telecom Italia.

La società di telefonia fissa aveva giovato dell’annuncio di una plusvalenza di €1,1 miliardi incassati dalla vendita di Auna, e di alcune indiscrezioni su un possibile dividendo straordinario.

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Ma alla fine le prese di beneficio hanno avuto la meglio, così come per Tim, che per gran parte della giornata aveva retto bene ed aveva guadagnato più di un punto percentuale, sostenuta anche da ulteriori giudizi d’acquisto emessi da importanti banche d’affari.

Gli altri Tmt hanno chiuso in rosso. Stmicroelectronics ha perso molto terreno, soprattutto nel finale, portandosi a ridosso di area €23.

Il calo di Stm ha portato giù anche la controllante Finmeccanica, che in giornata aveva subito una fiammata al rialzo, dopo le dichiarazioni d’intenti del numero uno, Roberto Testore.

Tra i media segno meno per Seat Pagine Gialle e Mediaset, anch’esse penalizzate nel finale da massiccie vendite.

Eni è stata fortemente penalizzata dalla guerra per il prezzo del petrolio e per le notizie provenienti dalla Nigeria, in predicato di uscire dall’Opec.

Oggi per le azioni del cane a sei zampe e per altre quattro azioni sono iniziate le contrattazioni dei future sul circuito Idem.

Fiat ha chiuso con il segno meno, nonostante in giornata avesse riscosso un certo successo dopo la vittoria della controllata Ferrari, prossima al collocamento sul mercato italiano attraverso Mediobanca, nel Campionato mondiale piloti di Formula Uno.

L’allarme utili di Aegon ha sfiancato i titoli assicurativi, ma ancora più devastante è stato l’effetto Hugo Boss sul settore tessile: Marzotto si è confermata tra i peggiori del listino, con perdite a doppia cifra per ordinarie e risparmio. Il calo del settore ha interessato anche Benetton, scambiata sul Midex.

Anche il settore del lusso ha pagato dazio, con Bulgari, che ha perso consensi dopo le ipotesi di aggiotaggio lanciate dalla Consob, la Commissione di Vigilanza sulla Borsa.

Male anche i finanziari, compresa Capitalia: tra le maglie nere del comparto ci sono San Paolo Imi e la coppia Bnl e Mps. La possibile integrazione tra i due istituti è stata oggetto di forti speculazioni, e le dichiarazioni rilasciate dei vertici delle due banche non fanno nulla per squarciare il velo sul loro futuro.

In netto ribasso il risparmio gestito, con Mediolanum che ha limitato i danni, mentre Fineco (già Bipop Carire) e Banca Fideuram hanno registrato pesanti emorragie.

Anche titoli espressamente difensivi, come Autostrade, hanno registrato ribassi consistenti. Gli investitori hanno snobbato il “buy” emesso dal broker Credit Suisse First Boston sul titolo del Mib30.

Sul Nuovo Mercato solo un pugno di azioni hanno terminato la seduta con il segno più, e tra esse ci sono Acotel e Freedomland. Tiscali non ce l’ha fatta a mantenersi sopra €5.

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